Esperto ma non appagato, allenatore «anziano» della categoria (intesa come lunga militanza, costruita dopo una paziente gavetta) ma alla ricerca di una nuova alba calcistica. Fabrizio Castori, dodici anni fa, aveva lasciato le cose a metà, anzi gliele avevano fatte lasciare: la Salernitana gli era scappata di mano il 6 dicembre 2008 dopo la sconfitta di Livorno, gli era stata riconsegnata a gennaio e tolta di nuovo ad aprile. Da impazzire. Dodici anni dopo, non è molto diverso il contesto ambientale nel quale si rituffa: brontolii, fibrillazioni, contestazioni. È cambiato, invece, il suo approccio: Castori pazienta, ha indossato l'impermeabile, si è lasciato scivolare addosso critiche e preconcetti pronti-via ma anche ritardi su tutti i fronti. Si è aggrappato al lavoro, allo staff, alle cose di campo e alla propria professionalità. Riparte e non cerca alibi: si è preso il destino in faccia, ha accettato la sfida, è pronto da luglio. Un po' meno la sua Salernitana, venuta su a strappi, a blocchi, dopo il ritiro, quindi da assemblare in corsa. Castori sarà l'allenatore più «anziano» del campionato di Serie B ma vuole diventare anche il più longevo: la cifra tonda 400 panchine in carriera è lontana 10 partite, in calendario quando la Salernitana sfiderà il Cittadella. Accadrà a dicembre ma è tappa lontana, troppo lontana per un mister che nella sua prima versione granata era abituato a chiudere le conferenze con l'espressione «a mille, a tutto gas, a manetta, come una finale».
Castori non ama le tabelle e ha sempre litigato con chi gliele ha proposte: il suo mantra è gara dopo gara, un mattone sull'altro. Non a caso, è il più esperto in Serie B, quindi ragiona con la «logica» della categoria nella quale si lavora bene se una vittoria non esalta e una sconfitta non diventa il dramma. A patto che ci siano progetto, squadra, idee, obiettivo. Dodici anni fa, la Salernitana fu costruita per fare bella figura ed era una dimensione che all'epoca andava bene a tutti. Però quella Salernitana partì «a mille, a gas, a manetta»: dieci punti in quattro partite, esordio boom con il Sassuolo, pareggio a Cittadella, vittoria all'Arechi con il Frosinone e vittoria a Modena. Dopo il colpaccio in Emilia ci fu uno screzio: a Castori non andò giù la scarsa eco mediatica data a quel blitz, anzi fu tutto ridimensionato alla luce di un presunto calcio di rigore non concesso agli avversari. Leggeva il televideo e brontolava: difese a spada tratta la squadra, i valori, gli uomini. Volle replicare con la schiettezza e la sincerità che fanno parte del suo modo di essere, senza rancore e retro pensieri. Dodici anni dopo il calendario «dice» di nuovo Arechi e segue un andamento identico nelle prime dieci partite: debutto in casa, quattro partite interne nei primi sei turni (nel 2008 ippocampo capolista al sesto match), c'è anche la partita di Coppa Italia. Date coincidenti: il 30 settembre la Salernitana batté il Sassuolo dopo i calci di rigore, si regalò il Napoli nella manifestazione tricolore ma in ottica campionato pagò dazio allo sforzo ravvicinato ed ai turni infrasettimanali. Stavolta il 30 settembre sarà giorno di partita contro il Sudtirol che metterà in palio la qualificazione al terzo turno di Coppa Italia e la sfida del 28 ottobre a Marassi contro la Sampdoria.
L'OBIETTIVO Tanti incroci, tanti buoni propositi ma un solo, immediato obiettivo: vincere subito in campionato per rendere più salubre l'aria da «cantiere». Ci sarà da lavorare tanto: Castori ha ricevuto in dote Bogdan, Lombardi e Tutino da pochissime ore, solo per citare tre giocatori da undici base. Avrà bisogno di tutti, avrebbe bisogno anche dei tifosi ma al primo con l'Arechi ha trovato gli «effetti speciali»: pioggia di palloni in campo, lanciati dagli ultras nell'amichevole contro la Virtus Francavilla per contestare Lotito. Nonostante il deserto e la desolazione, sarà campionato: conterà solo vincere e inaugurare nel migliore dei modi la panchina numero 391. Nel computo rientrano anche le 5 di Castori da tecnico della Reggina: subentrò ad Atzori ad ottobre 2013 e fu esonerato a dicembre. Un motivo in più per battere l'ex e farsi rimpiangere.
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