Povero illuso chi pensava d’aver assistito all’inizio d’un ciclo. Tocca già ricredersi. Dopo 13 mesi, l’esperienza di Ventura sulla panchina della Salernitana è giunta al capolinea. Nessuna firma sul rinnovo, se non per certificare l’estensione del contratto legata alla sosta per la pandemia, e con l’addio dell’ex ct della Nazionale saluta l’11esimo allenatore della gestione Lotito-Mezzaroma, iniziata nove anni fa in serie D con il Salerno Calcio e con Perrone in panchina. Primo e ultimo allenatore a sedersi sulla sempre rovente panchina dell’Arechi sono gli unici a potersi almeno fregiare del fatto di esser riusciti a portare al termine le rispettive stagioni senza rimanere vittime di ribaltoni tecnici, destino che invece toccherà allo stesso Perrone nella sua terza esperienza nella città di San Matteo. Tocca rifare, ancora una volta, tutto daccapo. Se pochi mesi fa la linea della continuità tecnica sembrava non l’unica, ma quantomeno la strada più facilmente percorribile, la società dovrà ora trovare il 12esimo allenatore che inaugurerà il nuovo anno, il decimo del duo imprenditoriale capitolino. In attesa di capire quale profilo la spunterà, si registra in casa granata il 16esimo cambio in panchina nelle ultime nove stagioni. Dopo il primo campionato, vinto da Carlo Perrone e festeggiato con il ritorno tra i professionisti, nonostante successi e campionati vinti, i ribaltoni sono diventati una costante delle stagioni dell’ippocampo, a partire dal campionato di serie C2 2012-2013, iniziato con Galderisi alla guida della truppa granata guidata da Ginestra e Guazzo.

Appena tre giornate di campionato, per bollare con il detto latino “Nemo propheta in patria” il Nanu, per affidarsi all’usato sicuro e richiamare proprio Perrone, capace di servire il bis promozione con largo anticipo. Nonostante un trionfo a suon di record, nemmeno l’anno del ritorno in terza serie inizia all’insegna della continuità, restando uno forse dei più complicati del primo lustro. Il tecnico romano deciderà di abbandonare la nave alla vigilia della partenza per il ritiro estivo, “costringendo” la società a ripiegare in fretta e furia su Sanderra, la cui esperienza a Salerno durerà appena otto giornate, per un avvicendamento clamoroso con lo stesso Perrone, che a distanza di poche settimane supererà lo scetticismo iniziale. L’evidenza dei risultati lo porterà però all’esonero, dopo tre mesi e 12 giornate per niente esaltanti, in favore di Gregucci. Playoff agguantati per il rotto della cuffia e una vittoria in Coppa Italia di Lega Pro non basteranno per proseguire insieme. L’assalto alla B viene affidato a Mario Somma, che non farà nemmeno in tempo ad esordire in campionato, venendo allontanato tra infinite polemiche dopo una sola gara di Coppa Italia, lasciando una panchina rovente a Menichini. Sarà il vice storico di Mazzone a centrare il tanto agognato ritorno in caletteria, ma senza incassare, nonostante il trionfale sorpasso al Benevento in coda al campionato, la fiducia del club. All’alba dell’estate 2015-2016, così, toccherà al cetarese Vincenzo Torrente, anche lui fedele - suo malgrado - alla regola che non vuole profeti in patria. Usato sicuro anche in questo caso, con Menichini richiamato per conservare la categoria da lui stesso conquistata, missione compiuta attraverso i playout. Nemmeno la seconda impresa gli servirà per una riconferma, ché nella lunghe settimane d’attesa Simone Inzaghi, il caso Bielsa finirà per dirottare a Salerno Sannino, sostituito a fine novembre 2016 da un altro fedelissimo di Lotito, Bollini. Sarà l’ex trainer della Primavera della Lazio il primo in assoluto a concludere una stagione e iniziare quella successiva sulla panchina granata, ma ancora stavolta la continuità resterà una sconosciuta. Nonostante il buon lavoro fatto, e un record di risultati utili consecutivi in serie B, la dirigenza deciderà di provare ad alzare l’asticella sostituendolo con Colantuono. Il trainer romano inaugura pure l’anno che porta al Centenario, quello delle grandi aspettative, naufragate settimana dopo settimana. Nemmeno le operazioni nostalgia con il ritorno in panchina di Gregucci prima e di Menichini poi, serviranno a sancire la salvezza diretta, arrivata solo dopo i calci di rigore ai playout. Disastro sportivo che ha creato le premesse dell’arrivo di Ventura a Salerno, per iniziare una ricostruzione, una semina che ieri l’altro sembrava giunta solo a fine primo atto. E che s’è invece rivelata la prematura fine dell’ennesimo ciclo mai aperto…

Sezione: News / Data: Lun 03 agosto 2020 alle 12:30 / Fonte: La Città
Autore: TS Redazione
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