“È una libidine. È una rivoluzione”. A dirla con Jovanotti in tempi di beach tour, quasi trent’anni dopo il suo “Ciao Mamma” che nel 1990 sdoganò quel sostantivo, libidine, che Gian Piero Ventura ha poi applicato all’emotività del calcio, la Salernitana che (ri)nasce con l’ex ct azzurro vien fuori dal debutto proprio così. Testa alta, petto in fuori, divertente e persino divertita. Il passato stravolto nei numeri, negli interpreti e probabilmente pure nelle percezioni, visto che la squadra che ha superato il Pescara, diversa per 6/11esimi da quella che scongiurò la serie C all’ultimo rigore due mesi e mezzo fa, sembra aver trasmesso pure a quel (po’) che resta della vecchia guardia mentalità e forze nuove. L’esempio prototipo è Lamin Jallow, che correva senz’arte né parte un campionato fa e che invece adesso sembra non banalizzare neppure un movimento. Segna una doppietta, il gambiano, e bacia la maglia accendendo quegli occhi non più tristi o smarriti d’una stagione disgraziata, iniziata tra i goffi ritardi da “Mamma ho perso l’aereo”. “È una rivoluzione” per la Salernitana ed “è una libidine” per Ventura e il popolo dell’Arechi che ha (ri)aperto il cuore all’amarcord in un day after da gongolarsi, finalmente, per qualità e intensità di gioco che si sono riviste dopo anni. Quanti? Tanti. Il match di sabato scorso, da 19 tiri di cui 11 nello specchio della porta avversaria, tre reti e due traverse, riporta parecchio indietro con la memoria. Però il passato è mai come adesso una terra straniera, nel bene o nel male, ed è invece tempo solo di guardare al futuro, magari con occhi diversi, a voler citare ancora Ventura, che con l’umiltà d’un uomo di calcio dall’esperienza consumata, e con la lucidità di chi la sa lunga, ha salutato senza peana la 300esima vittoria personale da professionista, raschiando piuttosto difetti, imprecisioni e margini dei suoi calciatori. Ché per lui ce ne sono ancora tanti. «Alcuni nostri giocatori - ipse dixit - in carriera hanno dato il 30% del proprio potenziale», e magari il riferimento è proprio al giovane Jallow, forse allo stesso Giannetti, altro goleador dell’esordio, o a Cicerelli che nel ritiro di San Gregorio Magno s’immaginava di passaggio e invece è scattato dai blocchi come una furia.

Sezione: News / Data: Lun 26 agosto 2019 alle 17:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
vedi letture
Print