Parola al campo, quello giocato, unico giudice supremo che può giustificare una posizione di classifica. Perché al di là degli errori, piuttosto evidenti, dell'arbitro Volpi, la Salernitana non è ultima nel torneo di massima serie per colpa delle ex giacchette nere, bensì per errori propri, che partono da lontano allorquando l'estate scorsa venne costruita una compagine inadeguata a conservare la categoria e che Sabatini, nel mercato di gennaio, ha solo in parte migliorato. Questo non vuol dire che la Salernitana non abbia pagato diverse scelte discutibili da parte degli arbitri, ma utilizzarli come alibi sarebbe operazione poco credibile. In fondo, se Kastanos avesse messo dentro la palla del due a zero, probabilmente, i granata avrebbero quantomeno centrato un prestigioso, quanto utile, risultato positivo a Roma. Questo vuol dire che a fare la differenza in una stagione sono sempre le prestazioni in campo e quelle dei granata, pur gagliarde, nei momenti decisivi sono state spesso intrise di errori rivelatisi decisivi.
Ma questo editoriale non vuol rappresentare un "de profundis"; chi scrive, infatti, ritiene che la partita salvezza sia ancora in gioco nonostante le attuali nove distanze che separano la Salernitana dal Cagliari. Ovviamente, bisogna vincere, almeno 6 delle ultime otto gare. Un mezzo miracolo, insomma, ma la prova offerta contro la compagine allenata da Mourinho fa ben sperare. Vincere partendo dalla Sampdoria, in crisi di risultati e di gioco, e stranamente impelagata nei bassifondi. Calcoli non sono ammessi, la Salernitana deve sbancare Genova e sperare in un nuovo stop del Cagliari, chiamato ad affrontare l'ostico Sassuolo. Forse quella della vigilia di Pasqua potrebbe davvero essere il crocevia della stagione. La speranza è che rappresenti una resurrezione per le speranze di salvezza dei granata.

A cura di Armando Iannece

Sezione: Editoriale / Data: Gio 14 aprile 2022 alle 00:00
Autore: Lorenzo Portanova
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