Gian Piero Ventura e la sua ‘voglia feroce’ rappresentano un buon biglietto da visita per un allenatore dal curriculum importante ma caduto in disgrazia dopo l’eliminazione dell’Italia dai mondiali. Due partite, però, non possono cancellare 34 anni di carriera e di risultati. Ventura è un allenatore navigato è uomo di campo ma anche e soprattutto di spogliatoio. Sa bene che molto, se non tutto, dipenderà da come la Salernitana affronterà queste due settimane di ritiro. E qui che il mister dovrà fare la differenza con i suoi predecessori al di là dei calciatori che la società gli metterà a disposizione.

Sannino e Colantuono, due allenatori navigati avevano cominciato dall’inizio ma non erano stati in grado di trasformare il gruppo in squadra. Il ‘tutti per uno, uno per tutti’ era rimasto solo un concetto appuntato su un foglio ma mai messo in pratica da chi poi andava in campo e soprattutto restava fuori a vedere gli altri giocare. Ventura ha esperienza e qualità per fare meglio dei suoi predecessori ma ha soprattutto quella ‘voglia feroce’ così come ribadito più volte dallo stesso mister in conferenza stampa per riprendersi con gli interessi tutto quanto gli è stato tolto dalla Nazionale Italiana per via della clamorosa eliminazione. Ventura non è sembrato un 70enne sul viale del tramonto all’ultima occasione. Ventura ha dato l’impressione, almeno con le parole, di voler sfruttare Salerno per fare calcio ad alti livelli e per rilanciarsi in un mondo, quello del pallone, che dimentica tutto troppo e subito dimenticando la storia e i risultati raggiunti dalle persone nei rispettivi percorsi professionali

Sezione: News / Data: Dom 14 luglio 2019 alle 22:30 / Fonte: salernonotizie
Autore: TS Redazione
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