Il campionato di serie B che sta arrivando nella fase finale sta proponendo ai vertici squadre che giocano bene e trovano facilmente la via della rete, come lo spettacolare Parma dei giovani terribili e il Venezia degli stranieri efficaci e ben ambientati. Una cadetteria che ultimamente starebbe un po' discostandosi dal suo canovaccio storico, fatto di tanta corsa, di agonismo e di attenzione difensiva, in attesa della volata di primavera dove arrivare in buone condizioni psico-fisiche. La nostra serie B, tuttavia, alla lunga, al di là delle situazioni estemporanee, finirà per premiare sempre e comunque le squadre che si calano meglio nella realtà di questo torneo lungo e difficile, dove il primo comandamento sarà sempre lo stesso: primo non prenderle.
Al terzo posto della seconda serie nazionale attualmente vi sarebbe un team che incarnerebbe bene questo modo di presentarsi in campo per lottare al vertice: la Cremonese di mister Stroppa, che abbina bene, nel suo 3-5-2 di default, qualità e pericolosità offensiva con equilibrio e solidità difensiva, che tanto poco normalmente concede agli avversari. L'ultima caduta a Bolzano, con il Sud Tirol, pesante e immeritata nel punteggio, nulla toglie all'ottimo campionato dei grigiorossi che hanno diversi protagonisti, ma soprattutto un esterno che, in passato, era finito nel mirino della Salernitana e che tanto servirebbe alla causa granata nella prossima stagione, indipendentemente dalla categoria in cui si militerà: Leonardo Sernicola.
L'esterno lombardo è davvero un giocatore emergente ed estremamente duttile, che può giocare a sinistra come a destra e finanche essere impiegato come centrale, in una difesa a tre soprattutto. Il terzino classe 1997 potrebbe, o meglio dovrebbe, essere un calciatore su cui investire e puntare in ottica immediata ma anche pluriennale, vista l'efficacia immediata e i suoi ampi margini di miglioramento. Il club di Iervolino, che dovrà reagire ad una retrocessione inaspettata quanto dolorosa ed inevitabile, avrà il dovere di invertire un trend rovinoso costante delle ultime annate del cavalluccio marino in serie A, ovvero la grande fragilità difensiva con il suo elevato ed inaccettabile numero di goal subiti.
Per risalire la china nel più breve tempo possibile bisognerà partite dalla base, dalle fondamenta, e ciò equivale a dire che tutto andrà reimpostato iniziando dalla difesa o, meglio, dalla fase difensiva di squadra. Fase difensiva, questa sconosciuta, vero tallone d'Achille della nostra Bersagliera, tanto per via di limiti ed errori individuali, quanto a causa di dispositivi e meccanismi collettivi che, dalla cintola in giù, mai davvero si sarebbero attuati e visti declinati sul terreno di gioco dagli attori in maglia granata. Negli occhi e nel cuore i tifosi della Salernitana hanno ancora l'ultima, storica promozione dalla cadetteria nell'olimpo del calcio italiano, impresa che porta la firma del più esperto e pragmatico tecnico della vecchia guardia, tale Fabrizio Castori.
Un'impresa con radici lontane e frutto di tanto lavoro ed abnegazione ma , specialmente, di un gruppo granitico come pochi altri, che nell'anno del covid dilagante e degli stadi desolatamente vuoti, ha dimostrato continuità e carattere di ferro, giocando per la gente e per loro stessi. Questa ultima recente e vincente Salernitana del calcio efficace all'italiana, che subiva poco e puniva sistematicamente gli avversari con i colpi in rimonta o nel finale di gara dei suoi diversi giocatori di qualità, è rimasta scolpita nella mente della piazza, meritatamente ponendosi a fianco dell'altra così diversa squadra che trionfò con Delio Rossi al timone all'insegna di un calcio spettacolare.
Si riparta dalla ritrovata compattezza e solidità difensiva e dall'esempio di Castori, soprattutto a livello di sapiente e lungimirante edificazione di un gruppo vero e coeso, sin da un romitaggio estivo che dovrà essere da subito avviato con la rosa per gran parte costituita e con un'ossatura di squadra reale e non solo presunta come in questa annata disgraziata. Tecnico e direttore sportivo, una volta individuati, avranno tempo e modo di scegliere i nomi giusti e di costruire un undici titolare affidabile condito da una panchina all'altezza. La Salernitana va ricostruita e la ricostruzione proceda con un metodo, semplice e lineare quanto ineludibile: gli uomini giusti al posto giusto ed il noi e il collettivo al posto dell'io e degli individualismi. Il resto a Salerno, con la piazza e la storia che ci sono, non potrà che venire da sé.
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