Quando decine e decine di persone presero d'assalto i social network accusando la Lazio di aver richiamato alla base Tiago Casasola utilizzando la Salernitana come una "figlia minore", rimarcammo con certezza che era stata invece la Salernitana a non voler più il calciatore. Già quella mattina era evidente che l'allenatore fosse insoddisfatto del lavoro fatto in allenamento come certificato dai numerosi richiami all'attenzione. E Calaiò, che non parla mai a vuoto, rassicurò i tifosi sostenendo che un grande gruppo nasce anche prendendo decisioni forti e apparentemente impopolari. La verità è che i granata hanno perso un giocatore non certo di altissimo livello e che Ventura non aveva mai richiesto in prima persona contrariamente a quanto sostenuto altrove senza fondamento. Anche con la piazza lo strappo era abbastanza netto, complice il sottrarsi al confronto con gli ultras dopo la sconfitta col Cosenza.

In conferenza stampa il trainer granata ci è andato giù pesante dicendo quanto segue: "Non è successo assolutamente nulla. Un giorno ci parlai spiegandogli cosa dovesse fare per diventare un grande giocatore in futuro. Mi ringraziò dicendomi che nessun allenatore gli aveva parlato in quel modo. Dopo 24 ore mi chiamò il procuratore dicendo che Casasola non avrebbe giocato mai più per la Salernitana: evidentemente gli erano state riportate cose sbagliate, che senso ha ringraziarmi e poi riferire il contrario? Non conosco l'agente del ragazzo, mi dispiace che si sia affidato a lui: è il procuratore ad essere fuori dalla Salernitana, non viceversa. Nessuno viene a comandare in casa nostra. Ora capisco perchè l'anno scorso avete fatto i playout". L'ennesima conferma che prima di sparare sentenze sui social bisognerebbe aspettare e ascoltare sempre l'altra campana. 

Sezione: News / Data: Mar 30 luglio 2019 alle 17:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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