Provare a guardare il bicchiere mezzo pieno dopo la brutta figura di ieri è complicato. Certo, la Salernitana è a tre punti dalla vetta, per 40 minuti ha messo sotto un Benevento a tratti anche fortunato e ha pagato a caro prezzo i due legni colpiti e la giornata no della retroguardia. Il 5-1 contro un avversario tutt'altro che superiore resterà comunque una macchia indelebile nella storia dei derby e verrà ricordato come uno dei ko più mortificanti che i granata abbiano mai subito in quella categoria che, grazie agli odiati romani, pensavamo di aver messo definitivamente alle spalle.

Li ricordate Lotito, Mezzaroma e Fabiani? Quelli del galleggiamento volontario, della multiproprietà come ostacolo per andare in A e del freno a mano? Ecco, oggi stiamo vedendo i risultati. Aver appoggiato chi ha concluso un'era vincente per una norma quantomeno opinabile è una delle responsabilità di un ambiente che non è esente da colpe e che sceglie ancora la politica del "cantiamo e sventoliamo" come se facesse passare sotto traccia un triennio che sarebbe eufemistico definire orribile. 

Intendiamoci: ci riferiamo e ci riferiremo sempre a proteste pacifiche, che non scadano mai nell'offesa personale. Salerno, del resto, sotto questo punto di vista ha fatto un enorme salto di maturità. Tuttavia pretendere un confronto pubblico con chi ci ha preso a San Siro portandoci a Benevento o Giugliano sarebbe minimo sindacale e occasione per chiedere conto delle promesse non mantenute, del mercato al risparmio condotto anche la scorsa estate e del mancato allestimento di quella corazzata in grado di stravincere ovunque e a mani basse. 

Oggi si leggono disquisizioni sul tecnico, sui moduli, sugli innesti e sulle parate di Donnarumma continuando a spostare l'attenzione dai veri problemi. Da tre anni a questa parte può essere sempre colpa di allenatori, dirigenti e calciatori o forse vogliamo iniziare a pensare che c'è qualcuno che ipotizzava la Conference League e che oggi non ha garantito nemmeno il primo posto in C prendendo cinque gol al Vigorito? E' a Iervolino, Milan e Pagano che bisognerebbe rivolgere domande, non certo a Raffaele che ha fatto 31 punti con una squadra carente in tutti i reparti e costruita in ritardo.

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 02 dicembre 2025 alle 14:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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Caporedattore dal 2024
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