Una stagione da dimenticare e ricca di rimpianti per la Salernitana, per quello che poteva essere e non è stato. Bastava poco per confermare quanto di buono era stato fatto nei due precedenti campionati, a cominciare dal non stravolgere la squadra che aveva ottenuto la prima salvezza. C'erano in rosa giocatori di valore ma soprattutto che amavano la casacca granata e la piazza di Salerno. Da Verdi, che ha trascinato il Como in Serie A, a Djuric, tra i protagonisti del Verona prima e del Monza successivamente. Come dimenticare poi anche Luca Ranieri, protagonista della Fiorentina che ha raggiunto tre finali in due anni giocando tra l'altro quasi sempre da titolare. Sarebbe rimasto volentieri in granata, così come Ruggeri, uno dei leader dell'Atalanta vincitrice dell'Europa League (anche se in questo caso forse i bergamaschi sarebbero stati un po' più restii a lasciarlo partire di nuovo). Per finire poi a Botheim e Piatek, in gol con continuità da quando hanno lasciato i granata, seppur in campionati di livello più basso (svedese per il primo e turco per il secondo).

Ora però non è più il caso di rivangare il passato ma di pensare al presente e al futuro prossimo, che vedrà la Salernitana impegnata in Serie B. Si attendono cambiamenti nello staff dirigenziale e nello staff tecnico. Occorre innanzitutto un direttore sportivo da campo, che possa stare vicino alla squadra, cosa che è venuta a mancare in stagione, soprattutto nei momenti più delicati. Una figura di esperienza, che ha conoscenza del calcio nella sua totalità e in particolare della Serie B, in grado di costruire una squadra all'altezza della piazza e della sua tifoseria, che merita chiarezza e un programma ambizioso. Si parla di Angelozzi, sarebbe una figura importante così come anche Sogliano (quasi inarrivabile però) o Meluso. Dirigenti navigati.

Un pensiero finale per Agostino Di Bartolomei, nella settimana del trentennale della sua scomparsa, avvenuta il 30 maggio 1994. Una persona di spessore, seria, di grande cuore, ancora prima che un grande calciatore, simbolo di un calcio che non c'è più. Un leader carismatico e un grande capitano. Probabilmente il calciatore più forte (insieme a Pierino Prati) che abbia mai indossato la maglia della Salernitana. 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 03 giugno 2024 alle 00:00
Autore: Lorenzo Portanova
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