Porte ancora chiuse allo stadio Arechi. Nonostante il Governatore della Campania Vincenzo De Luca abbia ribadito che i contagi sono ormai vicinissimi allo zero e in via auspicabilmente definitiva, ai tifosi viene ancora negato il sacrosanto diritto di assistere ad una partita di calcio. Con il distanziamento sociale, certo, anche con la mascherina se necessario, magari senza saltarsi addosso dopo un gol della Salernitana, ma è decisamente un controsenso (uno dei tanti in questo Paese, per la verità) aprire discoteche, pub, parchi pubblici e ristoranti e lasciare tristemente vuoto uno stadio da 40mila posti. Cosa potrebbe mai accadere se si desse l'ok ai 2700 abbonati o a quei 5000 tifosi che hanno seguito il cavalluccio marino dalla prima all'ultima giornata? Sotto traccia la Salernitana ha mandato segnali, sia all'amministrazione comunale sia allo stesso Governatore. Che, nei soliloqui del venerdì, ha trattato tutti i temi possibili e immaginabili ignorando lo sport, il calcio e gli stadi. Esaltatosi per le vittorie del Napoli e immortalato al San Paolo in compagnia dei calciatori azzurri (cosa che ha suscitato polemiche a Salerno), De Luca sembra abbia "dimenticato" quella Salernitana per cui asseriva di nutrire un sentimento di grande passione. La speranza è che, superato questo doppio turno interno ravvicinato, possa prevalere il buonsenso. L'Arechi non può restare vuoto in una città che, per tre mesi, ha rispettato in modo eccellente e rigoroso le regole dando a tutti un esempio di correttezza, lealtà e senso civico. Ora gli ultras, i club, la provincia e tutti i tifosi chiedono di cantare, sbandierare ed emozionarsi insieme per la Salernitana ma dai gradoni, non dinanzi alla tv. E' il minimo sindacale in una regione che ha superato l'emergenza soprattutto grazie ai cittadini. 

Sezione: News / Data: Dom 28 giugno 2020 alle 16:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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