Nel dopo partita di Salernitana-Monza nel ventre dell'Arechi hanno avuto un'eco significativa le parole dell'Ad granata Maurizio Milan, intervenuto per analizzare i perché di una ennesima disfatta casalinga. Il dirigente del cavalluccio marino è stato ampiamente sollecitato dai giornalisti presenti in sala stampa ed incalzato a riguardo ha ammesso di essere stato troppo permissivo e di aver delegato eccessivamente a certe persone le questioni concernenti l'area tecnica e la sua gestione. Nel mirino del fidato collaboratore del patron Iervolino sarebbero così finiti esplicitamente taluni calciatori della Bersagliera e taluni procuratori, entrambi tacciati di aver deluso le aspettative e tradito le promesse fatte. Sarebbero quanto mai opportune alcune riflessioni in riferimento all'oggetto delle dichiarazioni forti di Milan e le stesse non potrebbero che partire dalla considerazione che un club professionistico organizzato dovrebbe disporre di un'area tecnica strutturata e competente, in quanto tale in grado di tutelare la società in sede di operazioni di mercato e di gestione dei rapporti umani e contrattuali con giocatori e loro rappresentanti.
L'ad campano non ha opportunamente fatto nomi ma non sembrerebbe plausibile non abbia inteso riferirsi anche all'ex direttore sportivo Morgan De Sanctis, allorquando riferiva di persone a cui si sarebbe troppo delegato e a cui ci si sarebbe eccessivamente affidati. Chi se non il direttore sportivo, tra l'altro ad inizio stagione unico dirigente ufficialmente deputato alla direzione dell'area tecnica della Salernitana, potrebbe e dovrebbe tutelare adeguatamente la società nelle questioni di natura tecnica? chi potrebbe e dovrebbe fare gli interessi del presidente e dell''amministratore delegato, che non possiedono conoscenze ed esperienze adeguate nel mondo del calcio? È normale che i procuratori tendano a portare acqua al proprio mulino e a tutelare i propri assistiti come da mandato ricevuto, così come sono i responsabili dell'area tecnica di ciascuna società professionistica a dover fare gli interessi del club che paga loro lo stipendio e ingaggiare una normale dialettica con la controparte.
Maurizio Milan potrebbe anche, ad onor del vero, avere fatto riferimento a consulenti esterni, i quali potrebbero avere a più riprese segnalato atleti e tecnici alla società di patron Iervolino, forti magari di rapporti personali con la proprietà. Tali accadimenti non hanno trovato conferme ufficiali, anzi recentemente il presidente granata ha pubblicamente preso la distanze da tale Edoardo Stanchi e da presunte consulenze provenienti da sedicenti lobby romane. In ogni caso resta valido l'assunto secondo il quale nella Salernitana è mancata la figura del direttore sportivo e più in generale la strutturazione di un'area tecnica ed un'area scouting adeguata alla massima categoria e fautrice di buone operazioni di mercato in grado di dare buoni riscontri immediati sul campo e buoni introiti futuri per le casse societarie. Sabatini è arrivato tardi a Salerno e per via delle sue difficili condizioni di salute è stato praticamente impossibilitato a vivere lo spogliatoio, determinandosi così l'inascoltata necessità di affiancargli un direttore sportivo di campo.
La gestione di uno spogliatoio è materia complessa e "scivolosa" e solo l'esperienza nell'averlo vissuto, magari prima da calciatore e poi da dirigente, può suggerire dove e quando usare il bastone e dove e quando adoperare la carota. Troppi gli errori in questo settore per poter sperare di uscirne ancora una volta indenni e per credere in un nuovo e ancora più improbabile miracolo sportivo. La matematica non condanna la Salernitana ad oggi ma tanti indizi fanno purtroppo una prova e inducono a pensare che non vi siano realistici margini di rimonta e che sarebbe meglio iniziare a programmare la pronta risalita dalla cadetteria. Ora il calendario propone alla Bersagliera la bellezza di tre scontri diretti contro avversarie sulla carta alla portata ma, ripassando la storia di questa annata disgraziata, si nota come i granata hanno fatto peggio contro le avversarie dirette che contro gli squadroni che, Inter a parte, popolano i quartieri alti della classifica. Laddove c'era, infatti, da tirare fuori gli attributi e conquistare l'intera posta in palio sono arrivati i peggiori fallimenti, mentre in presenza di gare sulla carta ingiocabili sono poi arrivate prestazioni importanti con Inzaghi in panchina. Le prossime sfide potranno fornire l'ennesima triste conferma oppure regalare una tanto auspicabile smentita, la quale premierebbe una piazza ed una tifoseria che tutto merita tranne che salutare a fine campionato la serie A.
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