"Sapevano che in A dovevano vendere, cosa aspettano?". E' questo uno dei tormentoni che si legge sul web, in tanti si improvvisano esperti di ogni cosa dimenticando che la Salernitana è una società privata, che ha investito decine di milioni di euro e non può essere svenduta al primo avventuriero di turno per accontentare i desideri di una piazza che, fortunatamente solo in parte, continua a puntare il dito contro un presidente che ha fatto un capolavoro: dalla D alla A, con due coppe e una stabilità economica senza precedenti, eppure c'è chi ancora si ostina a scrivere "via i romani da Salerno". Con una contraddizione: prima si diceva "meglio la D che con Lotito", gli stessi che ora dicono "Siamo in A e Lotito ha l'obbligo di conservare la categoria". Dalla dignità all'incoerenza il passo è stato decisamente breve. Bene hanno fatto i gruppi ultras a non accodarsi a questo sfogatoio senza regole, in cui si ragiona poco. Lotito e Mezzaroma sono liberi di fissare il prezzo che vogliono e non si può pretendere di accontentarsi di pochi spiccioli dal momento che chi subentra guadagnerà, con la A, quello che i patron hanno dovuto spendere per arrivare alla massima categoria. Le regole ci sono e vanno rispettate, ma in 30 giorni non si vende nulla e il buonsenso dovrebbe prevalere. Anche in quei tifosi che credono agli asini che volano e poi si scandalizzano se, dopo un mese, non è stata conclusa l'operazione. Archiviare la pratica in modo positivo entro il 25 giugno sarebbe un miracolo, lo sappiano i contestatori. Che, ripetendo l'errore del 2005, si stanno schierando contro il club. 

Sezione: News / Data: Dom 13 giugno 2021 alle 22:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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