Poco più di un mese fa, in 32mila festeggiarono la salvezza della Salernitana portando in trionfo gli artefici di una straordinaria impresa calcistica. Ricordiamo ancora la maestosa coreografia inscenata dagli ultras, il pianto liberatorio di quei tifosi con i capelli bianchi che restano legati alla Bersagliera da un sentimento fortissimo e sincero, il ritorno allo stadio di donne, famiglie e bambini che, finalmente, hanno riposto nel cassetto le magliette delle big indossando esclusivamente quelle granata. Leggendo i commenti sui social e passeggiando per le strade cittadine, tuttavia, sembra passata una vita. I mugugni e le perplessità stanno sostituendo applausi e consensi, il presidente Iervolino è stato oggetto di alcuni commenti molto duri e ingenerosi sulla sua personale bacheca facebook e si sta disperdendo quel patrimonio d'entusiasmo collettivo che ha contribuito in modo fondamentale al conseguimento della salvezza. Certo, in 30 giorni è accaduto praticamente di tutto. Da Sabatini ad un esordiente (con tanto di minacce a mezzo stampa) passando per i prezzi degli abbonamenti (ad ora solo i tifosi della Juventus dovranno pagare di più nei settori popolari) e gli addii di Djuric, Bonazzoli, Kastanos, Verdi, Ranieri, Ruggeri, forse Ederson. In pratica lo zoccolo duro che ha spinto la Salernitana verso la permanenza in massima serie, gente dalla quale si dovrebbe obbligatoriamente ripartire per consegnare all'allenatore un organico all'altezza.

Ma se è vero che alcune dichiarazioni contraddittorie del club hanno legittimamente suscitato polemiche, è altrettanto vero che passare dalle stelle alle stalle in venti giorni è vizio che parte dell'ambiente non vuol proprio togliersi. Gli "osanna" a prescindere non vanno mai bene e chi si è permesso di muovere qualche critica costruttiva dal primo gennaio in poi non meritava certo di essere tacciato di "nostalgia del passato" ("Meritate Kristoffersen" e "Le vedove di Lotito" è il livello massimo di chi non sa confrontarsi e argomentare), ma ora si sta passando ad un eccesso opposto. Iervolino ha sposato una linea, ha deciso di non rassegnarsi ad un sistema che non funziona e ha risorse economiche, intelligenza ed esperienza nel mondo imprenditoriale per allestire un organico di livello. I suoi collaboratori sono di assoluto spessore professionale e umano e certamente De Sanctis, pur nell'inedita veste di direttore sportivo, non è l'ultimo arrivato vivendo da 30 anni nel mondo del calcio. Si impari ad aspettare, a rispettare i ruoli, a valutare a tempo debito. Il campo sarà l'unico giudice insindacabile, come sempre. Il resto è chiacchiericcio della solita minoranza rumorosa che non sa nemmeno dove si trovi l'Arechi ma che non perde occasione per danneggiare la Salernitana. 

Sezione: News / Data: Lun 27 giugno 2022 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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