Ok che il mantra in città è diventato unico e condiviso da gran parte della tifoseria. Ché “ Zitt, statt zitt ”, per dirla alla Vikingo, da queste parti è diventato quasi un diktat prima che un tormentone, ma di fronte a finali del genere è impresa impossibile restare in silenzio: figurarsi mantenere l ’aplomb . Troppa, davvero troppa la voglia di urlare, di sfogarsi, di provare a tirare fuori qualcosa che non si può reprimere. E pazienza se gli inviti alla calma non sono stati del tutto rispettati: c’è un popolo che sogna e che ha bisogno di dimostrarlo a gran voce. A chiudere una giornata di quelle che resteranno a prescindere nella memoria dei tifosi della Salernitana l’accoglienza trionfale alla squadra di ritorno da Lignano Sabbiadoro, tra l’entusiasmo tracimante di oltre 200 supporters e la squadra, ora più che mai chiamata a coronare il sogno che inizia con la prima lettera dell’alfabeto. È stata solo l’ultima ondata di un martedì iniziato quasi in sordina, complice data e orario non proprio idonei per un match che può valere una stagione, ma che con il passare del tempo e l’aumento dei battiti del cuore ha saputo regalare momenti che ognuno, a suo modo, porterà dentro di sé per molto, molto tempo. I tifosi dell’ippocampo devono destreggiarsi tra un permesso a lavoro, tra la zona gialla e triste abitudine ormai - gli stadi chiusi.

Tocca arrangiarsi quindi, che i tempi sono quelli che sono e i più “coraggiosi” al limite la guardano ai tavolini di un bar, diventati tante piccole sezioni indipendenti della Curva Sud.  Dai bar hanno intonato i cori spontanei, la solita “Vattene Amore” ha iniziato a riecheggiare per la città, ciascuno ha vissuto il momento a modo suo, per fare gli scongiuri all’ansia e ad un finale che, specie dopo quello con il Venezia, mette veramente a dura prova le coronarie dei tifosi, e non è eufemismo. I clacson di automobili e scooter hanno fatto da sottofondo alla prima ora dopo il 90’, non è mancato qualche fumogeno acceso e qualche torciata improvvisata, alcuni hanno fatto capolino all’Arechi per una foto o una semplice preghiera. Sui balconi pure iniziavano a spuntare diverse bandiere che iniziano a sostituire i tricolori appesi nel corso del primo lockdown . “ Zitt, zitt se ne va ”, il coro intonato dagli ultras del Direttivo Salerno che hanno guidato una manifestazione breve ma intensa sul tratto del litorale a Sud del capoluogo: fumogeni e fuochi d’artificio all’arrivo del pullman della squadra tra due ali di folla, entusiasmo ma nessuna esasperazione né tanto meno “feste” anticipate a 180 minuti dalla fine del campionato. Di questi tempi, del resto, è meglio stare “Zitt ”.

Sezione: News / Data: Gio 06 maggio 2021 alle 10:30 / Fonte: La Città
Autore: TS Redazione
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