Della sconfitta di Bologna al debutto in Serie A se ne è parlato e se ne è letto tanto, forse anche troppo. Tra colpevoli e capri espiatori, tra lacune e mancanze, tra errori e indecisioni, la sconfitta in terra emiliana è ormai alle spalle e bisogna guardare avanti, pensando alla prossima gara. La sfida con la Roma, la prima delle gare di cartello di questa avventura in serie A, sarà un ulteriore banco di prova per la squadra granata, che si troverà, a distanza di 23 anni, di fronte ad una big in una gara ufficiale. Occorre guardare avanti dunque, facendo tesoro però degli errori e delle scelte contro l’undici di Sinisa Mihajlovic. Tralasciando per un momento la questione mercato, dove con molta probabilità gli ultimi innesti si concluderanno nel week-end o a ridosso del gong della finestra di calciomercato, mister Castori deve concentrarsi su quello che ha al momento, in termini di uomini e di approccio tattico. La squalifica di Standberg, gli infortuni di Veseli e le condizioni dell’acciaccato Djuric, complicano ancor di più il compito del trainer di San Severino Marche, chiamato ad una vera e propria impresa per riuscire a strappare un risultato positivo alla prima all’Arechi. La domanda che un po' tutti si pongono, dalle ore 20 di domenica scorsa è: il 3-5-2 castoriano è il modulo giusto per questo campionato? Proviamo a dare una risposta, ricostruendo il credo tattico di Castori.

Il campionato di B non è quello di A, e su questo non ci piove. In Serie B, una volta andati in vantaggio a 20 minuti dal termine, un tecnico può “pensare” di chiudersi dietro e tentare di conservare il vantaggio. Anche le squadre più attrezzate (si vedano Monza o Lecce dello scorso anno), nonostante qualche pedina fuori categoria, facevano non poca fatica a recuperare il risultato e, non a caso, in serie A sono salite Empoli, Salernitana e Venezia. In Serie B i calciatori “spacca-partita” sono pochi e spesso contano meno di un collettivo ben organizzato, come appunto la Salernitana di Castori. Ma la serie A, ribadiamolo, è un’altra cosa. In serie A anche nelle squadre di media-bassa classifica ci sono giocatori in grado di cambiare la storia di una partita, e il duo Sansone-Vignato domenica scorsa ne sono stati la testimonianza. Ma ritorniamo sul modulo: il 3-5-2 di Castori, che si differenzia da quelli a cui siamo abituati di Conte, Inzaghi, Gasperini e compagnia, è in realtà un 5-3-1-1, in quanto in fase di non possesso (e quindi per il 70% del match) vede ben 8 giocatori in fase difensiva. Il modulo castoriano è fatto di muscoli, polmoni e corsa, a discapito della qualità e del bel gioco. Le azioni offensive provengono soprattutto da ripartenze o controffensive e da lanci lunghi per il terminale offensivo, che fa salire la squadra e aziona la seconda punta o i tornanti.

Castori deve dunque lavorare molto sul reparto mediano, uomini permettendo, equilibrando qualità e quantità. Non può Bonazzoli essere l'unico ad avere passaggio e visione di gioco dalla cintola in su: l'attaccante granata infatti contro il Bologna e specie nella ripresa, si è abbassato molto per cercare di far azionare la manovra granata, lasciando solo Djuric prima e Simy poi. Nel terzetto centrale quindi, attualmente composto dai due Coulibaly e Capezzi (o Obi) serve un calciatore con visione di gioco che, una volta ricevuta una palla recuperata, sa già cosa deve fare. Dialogare con gli altri due compagni di reparto, azionare le ali, innescare la seconda punta o lanciare il centravanti: questo è quello che è mancato alla Salernitana contro i felsinei. Se il vertice basso non ha i piedi educati (come nel caso della Salernitana), c'è bisogno di una mezz'ala di qualità che abbia le caratteristiche sopraindicate. Gasperini, avendo De Roon e Freuler in mediana, si affida a Pessina o Malinovski; Simone Inzaghi aveva Milinkovic e Luis Alberto prima, Barella e Chalanoglu ora; Conte (il cui modello è più vicino a quello di Castori) si affidava alla costruzione dal basso con Brozovic, oltre che ai vari Barella e compagnia. Non abbiamo e non avremo mai questi calciatori, ma gente di qualità a centrocampo sul mercato ce ne è (Viola, Sabiri, Viviani) e portarli alla corte del tecnico marchigiano sarà assolutamente necessario,

Sezione: Editoriale / Data: Gio 26 agosto 2021 alle 00:00
Autore: Roberto Sarrocco
vedi letture
Print