Leggendo un po' i comunicati e i commenti sul web, stavolta mi sento di dissentire totalmente dalla richiesta di un incontro con la società. Dopo il confronto tra i club e Milan di metà dicembre, con una serie di promesse a quanto pare in buona parte disattese, e con una squadra in zona retrocessione da due anni, continuare a manifestare la volontà di incontrare chi ci ha portato da San Siro a un passo dalla C può sembrare effettivamente inopportuno e intempestivo. Per dire cosa: che hanno speso 100 milioni in tre anni, che è colpa di Petrachi o che a gennaio sono arrivati nove giocatori? Ci risparmino la poesia che conosciamo ormai a memoria.
Al massimo quest'incontro andava fatto a metà gennaio, quando era palese che il mercato stesse andando nella direzione del risparmio contrariamente a quei famosi 6 milioni di euro che sarebbero stati effettivamente necessari per rinforzare una rosa tuttora assai lacunosa in varie zone del campo come certificato dai risultati. E anche l'apertura delle porte per consentire alla gente di assistere agli allenamenti dovrebbe essere una normalità, non un'eccezione.
Concordo invece con quanto detto ieri da Antonio Carmando del club Mai Sola: "La società meno parla, meglio è. A noi interessavano i fatti, di chiacchiere in due anni ne abbiamo sentite troppe e non c'è più voglia di fidarsi". Nella nota del CCSC si legge di una società che "ribadisce totale e incessante lavoro da parte di Iervolino per raggiungere la salvezza": solite frasi di circostanza, visto che i fatti vanno in direzione opposta e le volontà andavano espresse con un mercato importante e scelte coraggiose e tempestive dopo la bruttissima partita di domenica scorsa.
La suddetta nota si chiude con una frase che rischia di alimentare confusione: "Invitiamo a non cadere nelle strumentalizzazioni e nella destabilizzazione portata avanti da chi non vuol bene alla Salernitana". Si facciano i nomi: chi destabilizza? Chi inventa notizie per far retrocedere l Salernitana? A ciò si aggiungono le parole di Valentini che, al posto di spiegare il flop della sua campagna acquisti invernale, ha avallato la tesi della "cappa nera" parlando di gossip e, di fatto, di fake news.
Sarebbe invece opportuno e corretto entrare nel dettaglio ed evitare generalizzazioni che, in un contesto di grande tensione, possono essere pericolose. O la colpa, come sempre, sarà di quei pochi che da due anni e mezzo provano a raccontare la verità? I "grazie presidente" hanno fatto i veri danni, non le notizie scritte e verificate. D'altronde, fossero tutte voci false, non ci sarebbe mica stata fretta di smentirle?
Caro Cerri, pensi a segnare qualche gol in più al posto di parlare di "vergogna". Dovrebbe vergognarsi, sul piano sportivo, la squadra per il primo tempo osceno di domenica scorsa: zero idee, zero cattiveria agonistica, zero rispetto per 20mila persone che avrebbero avuto tutto il diritto di alzarsi e andare via per lo sdegno. Dovrebbe provare vergogna la Salernitana che prende tre gol dalla modesta Carrarese, composta da calciatori che guadagnano dieci volte in meno dei tesserati granata. Dovrebbe imbarazzarsi chi sta indossando la maglia granata senza riuscire a scaldare i cuori della gente e senza capire che privilegio sia rappresentare una città e una provincia che garantisce numeri record in casa e in trasferta.
Questa Salernitana è "scarsa" in campo e fuori. Interviste unilaterali dimenticandosi di quella fetta di stampa alla quale però si chiede aiuto e unità, un ex presidente attualmente proprietario che decide di parlare dopo mesi affidandosi al sito ufficiale senza contraddittorio, Adelaide che sbatte la maglia a terra senza ricevere una multa, Breda che se la gioca in casa col Frosinone con il 5-4-1 e che non trasmette carica dalla panchina, Raimondo che si traveste da Chianese e sbaglia un gol con mezza porta vuota, un direttore sportivo che non recita alcun mea culpa, un'estate fatta con la promozione "vendo tre e prendo uno" e Martusciello che affrontava il ritiro con 20 calciatori con la valigia pronta e un terzino arrivato dalla C francese.
Invocare unità per poi gettare ombre su chi svolge il proprio mestiere è un autogol, soprattutto con una classifica del genere che imporrebbe quantomeno quel bel tacer che non fu mai scritto. Valentini, ad esempio, perchè non ci parla dei tre giorni a Milano "con budget importante" chiusi con il solo Zuccon e senza difensore centrale rapido, centrocampista di qualità e bomber?
Sia chiaro: noi siamo i primi ad amare la Salernitana, a non dormire per davvero la notte per paura di retrocedere ancora, a fare di tutto per alimentare entusiasmo con appelli, notizie da "bicchiere mezzo pieno" e ogni sorta di atteggiamento volto ad aiutare, per quanto si può, la causa granata. Chi ci conosce sa, lo smisurato sentimento per la Bersagliera non può mai essere messo in discussione. Tuttavia, proprio per amore, il campanello d'allarme lo stiamo facendo suonare da piazza della Concordia. Anche all'epoca si parlava di destabilizzazione. C'avessero ascoltato...
Ad ogni modo non è finita. Ci sono ancora 11 partite e, pur ancora sotto shock per il primo tempo orrendo di domenica scorsa (che avrebbe richiesto l'esonero dell'allenatore già nell'intervallo), abbiamo il dovere di crederci "finchè matematica non ci condanni". Certo, se non batti Carrarese e Frosinone dove puoi farli questi 22-23 punti? Al netto della critica costruttiva e oggettiva, però, l'appello non cambia: tutti a Cesena, tutti all'Arechi, per amore della maglia e per difendere la categoria.
A giugno si tireranno le somme, resterà il sostegno incondizionato a tutti coloro che oggi rappresentano la Salernitana. Allora forza Iervolino, forza Milan (messa così suona un po' male), forza Breda, forza Valentini, forza calciatori. La salvezza passa dall'unità di tutte le componenti. Ma anche dalla capacità di proporre iniziative davvero utili alla causa.
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