Una settimana di sosta salutata come una manna dal cielo, ma rivelatasi a dir poco funesta per la Salernitana. La pausa per le Nazionali, già amara per la clamorosa eliminazione degli Azzurri, ha portato ulteriori grane in casa granata, con una sequela impressionante di infortuni. Persi, in sequenza, Mamadou Coulibaly, Diego Perotti, Ruggeri, Mousset, Zortea e, soprattutto, Djuric, divenuto un imprescindibile per Nicola. Se per gli ultimi due si tratta di acciacchi di lieve entità che alimentano le speranze di un recupero in vista del Torino, altrettanto non si può dire per Coulibaly e Perotti, che sembrano aver anzitempo finito la stagione.

Un vero calvario per il mediano senegalese, che non è riuscito praticamente mai a trovare continuità a causa di una miriade di infortuni che ne hanno inevitabilmente minato il rendimento. Discorso diverso, invece, per l'argentino, vera e propria scommessa persa di Walter Sabatini. Reduce da più di un anno di inattività a causa di un grave infortunio al ginocchio, l'ex Roma ha sposato la causa granata con grande convinzione senza, però, riuscire ad imporre le sue indiscutibili doti tecniche. Sette presenze, quasi tutte da subentrato, ma ben pochi i lampi del campione argentino, che potrebbe aver già concluso la sua avventura a Salerno. 

Sosta stregata, dunque, per Nicola, già alle prese con infinite grane. Il motore della squadra, specialmente nelle ultime uscite, è parso ingolfato e alcuni meccanismi, specialmente quelli difensivi, tutt'altro che oliati. A complicare le cose delle scelte di formazione poco felici, che gli sono costate non poche critiche. Non si può subire così tanto, con le linee di centrocampo e difesa apparse fin troppo scollate. L'impressionante numero di infortuni stagionali tuttavia, lungi dall'esser un alibi, ha di fatto limitato la squadra, che non ha pressoché mai potuto contare su una rosa al completo.

In un campionato lungo e complesso come quello di Serie A, è necessaria una panchina lunga e l'apporto di tutti i componenti della squadra. Ecco che dunque questo periodo critico può trasformarsi in una grande occasione per coloro che, fino ad ora, hanno avuto poco spazio. Su tutti cresce la curiosità di vedere all'opera il giovane Bohinen, di cui si parla un gran bene: fisico imponente, dinamismo e buone, tutte doti, quelle del centrocampista norvegese, che possono tornare estremamente utili alla mediana granata, apparsa fin troppo molle nelle ultime uscite. Radovanovic, in ombra e ancora in ritardo di condizione, potrebbe lasciargli il posto. In avanti resta ancora Resta, invece, un autentico oggetto misterioso Mikael, giunto a Salerno evidentemente fuori forma e sparito dai radar dopo alcune presenze. Resta inamovibile in avanti Federico Bonazzoli, autentico leader della squadra, che sarà affiancato contro il Torino da uno tra Verdi e Ribery, col francese che attende ancora il primo sigillo con la maglia granata. 

La speranza è che la sosta porti consiglio al tecnico torinese, che ora non può più permettersi ulteriori passi falsi. 

Sezione: Editoriale / Data: Dom 27 marzo 2022 alle 00:00
Autore: Valerio Vicinanza
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