Un anno fa di questi tempi la Salernitana viaggiava in ultima posizione ma dava segnali di vitalità pareggiando con il Milan e andando a vincere a Verona. La salvezza era a soli due punti, bastavano poche scelte azzeccate per riuscire nell'impresa. E invece è stato solo l'inizio della fine, di un disastroso girone di ritorno che ha portato alla nefasta retrocessione da record in cadetteria. Tante troppe persone a consigliare, a scegliere e a decidere le sorti del club granata.
Tutte persone che, come ammesso proprio ieri anche dall'amministratore delegato, di calcio non ne hanno grande dimestichezza. Sulla scelta dei direttori sportivi, sulla scelta degli allenatori, sulla scelta dei giocatori. Sabatini è uno dei pochi uomini di calcio passati per Salerno negli ultimi anni, ma in quel momento non era nelle condizioni di poter incidere come fatto nella prima esperienza in granata. Collaboratori, consiglieri, avvocati, amici, tutti a dire la propria e a influenzare l'operato della proprietà e della dirigenza, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
In una società di calcio servono poche persone ma competenti, un presidente, un direttore, un allenatore e i calciatori. Nient'altro, nessun'altra voce in capitolo, che crea solo maggiore confusione. La società precedente a questa, poco amata dalla piazza (per usare un eufemismo), era composta dai due proprietari (Lotito e Mezzarona), da un direttore generale e sportivo (Fabiani), dall'allenatore e dai giocatori. Stop. Nessuna interferenza esterna e nessuna ingerenza, ed è per questo che funzionava e otteneva risultati anche tra le contestazioni e le critiche generali.
Ora viene messo in discussione anche Petrachi, l'unica persona di calcio presente in società, che avrà fatto anche degli errori la scorsa estate (sono sotto gli occhi di tutti) ma che resta anche l'unica persona in grado di risollevare la barca, che capisce di calcio. È vero che un bravo dirigente riesce a costruire buone squadre anche senza soldi (basti vedere cosa sta facendo l'attuale ds dell'Hellas Verona negli ultimi anni) ma è anche vero che senza investimenti è più complicato e l'errore è più probabile.
Non è possibile che una società in un anno e mezzo abbia avuto cinque allenatori (con sei cambi visto che Colantuono è venuto due volte), tre direttori sportivi e una cinquantina di calciatori. Non è possibile cambiare un allenatore al mese, un direttore sportivo ogni sei mesi e rivoluzionare una squadra ad ogni sessione di mercato. Non si gestisce così una squadra di calcio. Dopo un anno la Salernitana si ritrova ancora sul fondo della classifica ma con buone possibilità di salvezza. Vedremo se stavolta l'epilogo sarà diverso.
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