Era conosciuto come l'Alex Ferguson della Serie B, avendo allenato il Cittadella per dieci anni, ma dopo la retrocessione dei veneti in Lega Pro aveva deciso di interrompere per un po', salvo poi tornare in pista accettando la proposta della Pro Vercelli. Claudio Foscarini, l'allenatore bianconero, subentrato a Cristiano Scazzola un mese fa, ha fatto bene vincendo 4 partite, anche se non ha mai pareggiato. A Salerno, sul campo della Salernitana, il mister veneto spera che i piemontesi riescano a stare in partita, questo è poco ma sicuro. Ecco quanto ha dichiarato Foscarini ai microfoni di TuttoSalernitana.com nei giorni scorsi:
"Stiamo lavorando insieme al mio staff soprattutto per cercare di ottenere i risultati: da un mese a questa parte la squadra mette in campo le sue caratteristiche soprattutto in casa. Abbiamo necessità di centrare l'obiettivo della salvezza, quindi è molto importante che la squadra abbia un'anima e una determinazione. Si gioca anche in trasferta, però quest''anima' manca soprattutto fuori casa, stiamo lavorando per creare la giusta mentalità: in casa abbiamo un certo rendimento ma dobbiamo trovarlo anche fuori. Mi aspetto dei passi in avanti anche fuori casa, soprattutto a Salerno che è una grande piazza, bisogna vedere se la squadra è matura per certi palcoscenici".
Il suo Cittadella di qualche anno fa riusciva spesso a vincere anche in trasferta: nella Pro Vercelli vede quei margini affinché possa imitare quella squadra?
"E' logico che sono ambienti diversi Cittadella e Vercelli, e i giocatori sono diversi. Insieme ai miei collaboratori costruimmo una mentalità dopo tanti anni di lavoro: a Cittadella sono rimasto dieci anni, in dieci anni crei un atteggiamento e un'organizzazione. Qui a Vercelli sono arrivato da poco più di un mese, ci vorrà un po' più di tempo, ma costruire una squadra che su tutti i campi cerca di portare a casa un risultato credo che sia doveroso. Non so che risultato andremo a fare a Salerno, però voglio una squadra che vada a farsi una prestazione importante, questo lo pretendo".
Se la Salernitana dall'altra parte dovesse rispondere con tre attaccanti, quale sarebbe la risposta del Cittadella?
"Anche noi adesso giochiamo così. Non so se la Salernitana cambierà, ma non credo che sia determinante questo sulla partita: per innestare questi tre attaccanti dipende molto dall'organizzazione che dai. Il reparto offensivo della Salernitana è importante, ma anche noi credo che abbiamo dimostrato di possedere un buon equilibrio. Abbiamo la necessità di fare una buona fase difensiva e cercare di creare problemi alla Salernitana, essere passivi e aspettare esclusivamente le loro giocate certamente non ci permetterà di uscire indenni dall'Arechi. Peraltro ritrovo come avversario Alfredo Donnarumma, un ex mio giocatore, che sta facendo molto bene, per cui più lontano lo teniamo dalla nostra area e meglio è..."
Questo Donnarumma, così incisivo anche subentrando a partita in corso, se lo aspettava?
"Indubbiamente Donnarumma è un giocatore che ha sempre dato l'impressione di avere delle ottime potenzialità, anche a Cittadella aveva fatto molto bene, aveva fatto l'esordio, ha segnato dei gol importanti, poi è stato per quasi due mesi infortunato per un problema al ginocchio, però che avesse le qualità di un finalizzatore l'aveva dimostrato anche a Cittadella. A Salerno magari è in una squadra che dà una tensione positiva e un coinvolgimento emotivo più forte, e questo ragazzo in un contesto del genere può saper esprimere le sue qualità. Non mi sorprende questo suo rendimento".
Le potenzialità che ha la Salernitana?
"Credo sia una squadra che può trovare un suo equilibrio e una sua dimensione. Se troverà un filotto giusto avrà le potenzialità per giocarsi qualcosa di importante, ho visto la rosa ed è una rosa equilibrata. Il più delle volte un filotto di partite positive ti dà maggiore sicurezza, puoi scavalcare posizioni di classifica importante e fare un campionato più importante di quello che stai facendo".
Lei aveva allenato per oltre una decina d'anni il Cittadella ininterrottamente. Subentrare a campionato in corso com'è?
"E' vero, sinceramente volevo restare fuori per questa stagione, avevo la necessità di staccare dopo dieci anni consecutivi, la mia idea era di un aggiornamento, vedere altri allenamenti, partite, e seguire altri giocatori, e soprattutto i campionati. Il campionato Primavera ad esempio magari non lo conosco, ma c'è la possibilità di vederlo alla tv, e vedere i giovani più interessanti era una mia idea. Poi dopo qualche mese sentivo un po' la mancanza del campo, e allora ho cambiato idea: quando c'è stata la Pro Vercelli che mi ha chiamato, ho detto di sì. Il lavoro quotidiano e il rapporto con la squadra era ciò che mi mancava, per un allenatore è una necessità gratificante".
Classifica molto corta in questo momento?
"Penso di sì, vedo che è ancora tutto da delineare, sia per le squadre d'alta classifica, sia per le altre. Sono convinto che ci saranno delle sorprese al di là delle squadre importanti come Cagliari, Cesena e anche il Crotone che penso possa giocarsela fino alla fine; ma anche verso il basso ci sarà qualche sorpresa: abbiamo battuto il Como sabato scorso, è vero, però l'avevo visto in precedenza, ha lottato, e non bisogna dare nulla per scontato. È la classica Serie B, bisogna sempre lottare e cercare di centrare le partite per non inguaiarsi, e forse è bello per questo il campionato".
Crede che il fattore campo sia spiccatissimo in Serie B?
"Sì, in questo momento sì. Ma lo è in parte, perché in B secondo me si può fare risultato contro chiunque, ci sono campi in cui è fare difficile contro squadre blasonate, ma i colpacci fuori casa possono avvenire. È un periodo questo che il fattore campo è determinante, ma non è una caratteristica peculiare della Serie B".
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