Pane al pane, vino al vino. Sempre schietto, sempre profondo conoscitore di calcio e, in particolare, di quella Salernitana in cui ha lavorato per due anni ottenendo dei buoni risultati offuscati, purtroppo, dal verdetto di un giudice e da un arbitraggio sfavorevole. Antonino Imborgia, però, è un grande esperto e riesce sempre ad analizzare ogni situazione a 360° senza mai scadere nella retorica o nella banalità. Ecco quanto ha dichiarato ai microfoni di TuttoSalernitana, parole inevitabilmente destinate a far discutere e che lasciano in eredità profonde riflessioni:

Cosa pensa dell'attuale Salernitana?

“Non andava cambiato Ventura, ma non significa aver sbagliato a prendere Castori. Sono state create due squadre adatte alle caratteristiche dei due allenatori. Castori conosce la categoria, ha vinto a Carpi giocando lo stesso calcio che sta attuando a Salerno basando su linee vicine, difesa bassa e compattezza. Obiettivamente la Cremonese ha costruito diverse palle gol nel primo tempo e poteva anche raddoppiare, la Salernitana è stata brava a ritrovarsi. Ai tempi che furono, a Cesena, ha sempre cercato di sfruttare le ripartenze e di giocare sull’errore dell’avversario”.

L'ultima partita non è stata bellissima....

“Nella prima mezz’ora la Salernitana poteva ritrovarsi sotto di tre gol, poi ha vinto anche grazie alla solidità. Non tutto si può spiegare con la fortuna o con la sfortuna,  l’identità della Salernitana è questa e dipende dalle caratteristiche dei giocatori e dalla mentalità dell’allenatore. I terzini spingono abbastanza, ma Casasola è un ex difensore centrale, Kupisz si inserisce ma ha peculiarità differenti rispetto alla classica mezz’ala che fa un buon numero di gol ogni anno. Va detto, però, che  la squadra segue il tecnico e questo conta molto. Sapete bene che io sono dalla parte di Ventura e sarebbe stato bello proseguire, ma tra moglie e marito non mettere il dito. Evidentemente c’erano idee completamente diverse”.

E' un calcio profondamente cambiato a causa del Covid, la classifica potrebbe riservare sorprese anche grazie a questo fattore?

“Non mi ci voglio nemmeno addentrare sulla regola del jolly, non riesco a capire nemmeno la soluzione della “bolla”. Per un mese dovresti stare isolato in un albergo: è follia, la vera bolla è quella dell’NBA e, infatti, non c’è stato nessun tipo di problema. Ci sono dei protocolli da rispettare, ma credo che parliamo di un campionato diverso e anomalo. Quest’anno è ipotizzabile che lo scenario sarà sempre lo stesso fino alla fine, per me è come se fossero sempre amichevoli del giovedì. Per indossare la maglia della Salernitana, fino a poco tempo fa,  ci volevano gli attribuiti, oggi è tutto più semplice. Anche se non hai grande personalità puoi esprimere una buona prestazione, è un discorso ovviamente generale. Con questi presupposti potrebbe vincere la squadra più giovane, la classica sorpresa. Secondo me non è un grande vantaggio per la Salernitana, il fattore Arechi a Salerno è importante anche se, nella malaugurata ipotesi di risultati negativi, non c’è la pressione che ha condizionato le prestazioni di gente anche importante che è passata da quelle parti ultimamente”.

E' presto per esprimere un giudizio su questo primo posto?

“Castori è più gestore rispetto a Ventura. Secondo me bisogna mantenere calma ed equilibrio, è troppo presto per esprimere giudizi ma ci sono segnali di un certo tipo. Ci sono calciatori come Tutino che, rispetto al passato, è dominante anche sul piano muscolare e non solo tecnico. In un campionato come questo può fare la differenza. Leggevo che vuole convincere Fabiani a riscattarlo, evidentemente all’interno del gruppo si respira un’aria positiva e il merito va attribuito anche all’allenatore. Vedo molte analogie con l’esperienza di Carpi, nella coesione e nel modo di interpretare il calcio. Sono sempre stato molto critico, e voi lo sapete, ma noto delle cose diverse. Mi dispiace soltanto che la gente di Salerno non può godersi dal vivo questo primo posto e una squadra battagliera, ma questo vale per tutti e bisogna adattarsi”.

Come mai il primo posto non scalda i tifosi?

“Ho sempre battuto molto sulla comunicazione e sulla necessità di rendere partecipi gli spettatori. Bisogna seminare, nei confronti della stampa e della tifoseria. Meno parole e più sorrisi, evidentemente non riescono ad entrare in questo tipo di mentalità. Le cose si possono e si devono dire, ma nei modi giusti e senza sottovalutare il grande orgoglio e il sentimento dela gente. Non so darmi spiegazioni diverse. Oppure c’è stato un percorso così negativo negli ultimi anni che non risulta possibile cambiare la tendenza. Applausi e fischi sono relativi ai risultati sul campo, se nemmeno il primo posto ha rasserenato gli animi mi preoccuperei e farei una riflessione molto profonda. Ho detto anche di persona quello che penso: a me Fabiani sta simpatico, è una persona che sa stare al mondo e che vive la sua vita in maniera piacevole. Non riesco proprio a capire perché, pur avendo vinto tanto, non si sia creata questa empatia con la piazza con una proprietà così forte alle spalle. Lotito i soldi li ha spesi, e anche molti. E’ quello che, nella storia, ha sborsato di più. E’ inutile soffermarsi sul discorso della seconda o della terza squadra, i budget sono importanti e i calciatori guadagnano tanto per la categoria”.

Quindi lei ritiene Fabiani poco stimato rispetto a quanto prodotto...

“Faccio l'esempio su di me: sono stato contestato, ci sono stati striscioni e momenti duri. Ma, alla lunga, penso di essere ricordato con simpatia perché ho sempre detto le cose come stavano senza raccontare bugie. Fabiani meriterebbe più apprezzamenti, ma se non gli riconoscono meriti pur essendo primi in classifica vuol dire che c’è un errore di base che va individuato. State certi, però, che se la Salernitana sarà prima in classifica anche tra sei mesi saranno indicati come i migliori presidenti e i migliori dirigenti. Non solo a Salerno funziona così, è la storia del calcio che lo insegna".

Infine un suo ricordo di Maradona...

“Arrivò in Italia nel 1984, mi ricordo che era un alieno che ebbe un impatto straordinario sul calcio. Ci ha regalato emozioni incredibili, che resteranno per sempre nei nostri cuori e nella nostra mente. Ci ha regalato la sublimazione dello sport, le cose impossibili diventavano possibili e mi ricordo, ad esempio, l’eurogol contro la Juve che sfidava le leggi della gravità. Ci lascia un grande vuoto e ha avuto il merito di farci innamorare ulteriormente di questo magnifico sport. La parte che a molte non piaceva andava rispettava di più: Maradona era  anche quello, è stato il primo che ha sofferto: il bello ce lo ha  regalato, il brutto lo ha tenuto per sé”.

Sezione: Esclusive TS / Data: Ven 27 novembre 2020 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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