"Seguo sempre con grande affetto la Salernitana, so benissimo che c'è una sorta di spaccatura con la tifoseria e questo rischia di incidere sul rendimento della squadra. Il pubblico può fare sempre la differenza, ma allo stesso tempo dico che Lotito e Mezzaroma hanno fatto grossi investimenti. Che possa essere questo l'anno buono per la qualificazione playoff e per riportare Salerno in A, categoria che merita ampiamente". Così l'ex direttore generale del Salerno Calcio Danilo Pagni ai microfoni di TuttoSalernitana. Pagni apre l'angolo dei ricordi: "Mi chiamarono per sposare il progetto in D, ero capo osservatore in A al Chievo e ci pensai bene. Quando, però, l'unico verbo che ascolti è "vincere" non puoi rifiutare. Si chiamava Salerno, non aveva il marchio e c'era parte della tifoseria che non veniva allo stadio, ma il pubblico era un qualcosa di spettacolare. Allestimmo la rosa a fine agosto, tutti contro di noi facevano la partita della vita, siamo stati primi per 32 giornate. Non c'è una analogia con i metodi di allora e quelli attuali: all'epoca la proprietà portò in D gente come Caputo, Biancolino, Giubilato, Mounard e Montervino, ponendo le basi per un'altra vittoria di campionato e per una coppa. Ho dato il mio contributo, sono felice e orgoglioso di quello che ho fatto. Poi, però, il calcio prevede altre logiche". Logiche che il ds non condivide: "Nel calcio di oggi sono cambiate tantissime cose. Io ho girato i campi, in tutt'Europa. Ho stilato relazioni visionando dal vivo i calciatori, non mi basavo certo sul sentito dire o sulle immagini reperibili su internet. Nella mia carriera ci sono i numeri che parlano chiaro: presi la Ternana che era praticamente retrocessa, vincemmo contro la Salernitana e facemmo una cavalcata incredibile anche grazie a mister Liverani.   A Gallipoli abbiamo vinto, a Taranto abbiamo fatto bene, ancora oggi giocano in A tanti calciatori che ho segnalato io. A Salerno non avevamo nulla per poterci allenare, in poco tempo attrezzammo una sede e una struttura societaria e dirigenziale nettamente di categoria superiore. Sono sempre stato un professionista, lì ho lasciato un pezzo di cuore". 

Si chiede a Pagni se si aspettava un destino quasi anonimo per tanti giovani apparentemente bravi: "Giacinti ha fatto qualche centinaio di partite in B, Perrone fu bravo a lanciare Puglisi: lo presi in extremis dal Vicenza ed ero convinto avesse un grosso potenziale, purtroppo le cose sono andate diversamente. Proia ha pagato alcuni problemi muscolari e aveva un passo leggermente lento, Sestito invece non era mai stato un grandissimo prospetto. Aggiungo che in ritiro portammo gente come Paganini e Corapi, di assoluto spessore, e che Canotto era considerato una riserva mentre invece oggi gioca in B in una squadra importante come il Chievo". Sull'aneddoto Sbaccanti-De Martino: "Mettemmo a disposizione dell'allenatore un signor centrocampista, poi fecero scelte diverse. Rispetto Sbaccanti, per carità, ma col senno del poi avrei dovuto impormi maggiormente". Infine sul discorso multiproprietà: "Ritengo che un imprenditore sia assolutamente libero di partire dalla D e ritrovarsi in A a patrimonializzare il suo investimento. Sono assolutamente favorevole al fatto che cambi la regola e che Mezzaroma mantenga il timone della Salernitana". 

Sezione: Esclusive TS / Data: Mer 11 novembre 2020 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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