Intervenuto telefonicamente durante la trasmissione "TuttoGranata", il doppio ex di Salernitana e Chievoverona Alessandro Bernardini ha rilasciato una interessante intervista parlando anche del suo addio al calcio:
Che idea ti sei fatto di questa squadra e dove può arrivare la Salernitana?
“Seguo sempre le sorti dei granata, posso farmi un’idea da spettatore esterno. A differenza degli altri anni, credo sia stato allestito un organico competitivo e ben allenato. In campo tutti sanno quello che devono fare, la Salernitana esprime un buon calcio e ci sono delle regole precise dentro e fuori il rettangolo verde. Quando i calciatori si aiutano a vicenda vuol dire che hai trovato la strada giusta. Naturalmente non bisogna mai abbassare la guardia perché il campionato di B è imprevedibile e ricco di insidie, basta una sconfitta per fare un importante passo all’indietro. Ma a Salerno ci sono davvero i presupposti per essere protagonisti”.
Ti avrebbe fatto piacere lavorare con Ventura?
“Ovvio, tutti vorrebbero avere questa fortuna. E’ un allenatore che ti lascia qualcosa, che ti insegna tanto e non a caso tanti colleghi ne parlano benissimo. Tutti sappiamo che le squadre di Ventura esprimono un buon calcio e ciò permette ad ogni atleta di concludere la stagione in crescita. Faccio una riflessione a 360°. Sono stato a Salerno quattro anni, tutto sommato gli organici erano sempre buoni e non sono mai mancati investimenti. Tuttavia c’erano altri tipi di problemi che, evidentemente, sono stati individuati e risolti. La presenza di Ventura rappresenta una garanzia sotto tutti i punti di vista e questo mi spinge ad essere fiducioso”.
Lunedì c’era poca gente allo stadio nonostante una classifica che consente di sognare. Come mai?
“Sono rimasto sorpreso anche io, questi risultati avrebbero dovuto invogliare più persone. Lo stadio invece era vuoto e mi dispiace, sarebbe veramente bello rivedere un Arechi pieno. Non potrò mai dimenticare i 20mila col Verona e quel clima caldo che rappresenta un valore aggiunto”.
Cosa ne pensi del reparto difensivo della Salernitana?
“Secondo me è il reparto più solido. Ci sono giocatori rognosi, aggressivi, che non fanno respirare gli avversari, ma allo stesso tempo hanno capacità tecniche non indifferenti per la categoria. Il lavoro dell’allenatore si vede anche in questi dettagli, Ventura vuole che si giochi a calcio e inevitabilmente la crescita è notevole in tutti. Senza Mantovani comunque si perde tanto, stiamo parlando di uno dei giocatori più forti della categoria”
I tifosi ti stimano molto…
“Anche io li ricordo con affetto, Salerno mi manca e solo gli infortuni hanno rovinato il mio percorso in una grande piazza. Il 2-0 contro l’Avellino rappresenta l’apoteosi della mia avventura con la maglia granata, quando Improta chiuse la partita fu una vera e propria liberazione. Non ci giocavamo nulla, loro invece rischiavano di retrocedere: disputammo una grande gara e riportammo il derby dalla nostra parte”
Cosa fa Bernardini oggi?
“Ho iniziato un percorso da allenatore, anticipando i tempi rispetto alla tabella di marcia. Purtroppo non sono riuscito a rientrare in campo a causa di problemi neurologici alla gamba, ho fatto tanti esami in questi mesi e la situazione non è delle migliori. A questo punto ho preferito cambiare squadra pur di tornare nel mondo del calcio, spero possa essere stata la scelta giusta”
Cosa manca alla Salernitana per salire di categoria?
“In passato avrei detto le strutture, fino a poco tempo fa i campi erano nettamente inferiori a quelli delle altre squadre di serie B e molte problematiche fisiche di alcuno compagni derivavano da questa causa. A me sembra, invece, che la società stia mettendo a posto tante cose e ci sono tutti i presupposti per essere protagonisti. Se sei terzo in classifica evidentemente è stata trovata la direzione giusta”
L’errore da non commettere?
“Saper gestire l’umore di una piazza come Salerno quando ci sarà un momento negativo, fisiologico in questo campionato. Conoscendo l’entusiasmo e la passione dell’ambiente, so bene che si passa dalle stelle alle stalle in un minuto ma non potrà essere una sconfitta a cancellare l’ottimo lavoro svolto in estate. Ci sono basi completamente diverse, ora tocca alla gente crederci insieme ai giocatori”.
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