Salernitana-Cosenza non sarà mai una partita come tutte quante le altre, a prescindere da obiettivi e categorie. La nota rivalità tra le tifoserie, quel gol di Marulla che condannò i granata ad una immeritata retrocessione nello spareggio di Pescara, il coro "Vi mandiamo in C" che riecheggiava nell'Arechi deserto mentre i lupi tramortivano definitivamente l'undici di Gregucci, la rivincita l'anno scorso nel segno di Firenze, Akpa Akpro e Lombardi che sembrava condannare i calabresi alla Lega Pro prima che Casasola, oggi a Salerno, si trasformasse in re degli assist trascinando gli uomini di Occhiuzzi verso una rimonta clamorosa a scapito del Trapani di Castori. Incroci, intrecci, amarcord e aneddoti che scaldano già l'ambiente e viene facile immaginare che ci sarebbero stati 15mila spettatori almeno per una partita che mette in palio punti fondamentali per entrambe. A rendere tutto ancora più incandescente è anche quello che è successo dopo l'1-0 dell'andata nel segno di "core ingrato" Gennaro Tutino, autore di un bellissimo gol che valse il secondo successo esterno del campionato. Ricorderete tutti la pioggia di ricorsi da parte del Cosenza che, pur avendo giocato in 12 per una quarantina di secondi, chiese la ripetizione del match per un presunto errore tecnico da parte dell'arbitro Dionisi commesso al momento delle tre sostituzioni consecutive. Era palese, però, che immaginare un verdetto diverso dall'omologazione dopo 90 minuti combattuti sul campo sarebbe stato utopistico e forse anche non sportivo. In questi mesi, però, tra le due società è calato il gelo, al punto che il presidente Guarascio si è messo di traverso rispetto al possibile trasferimento dell'attaccante Carretta all'ombra dell'Arechi. Sembrava tutto fatto, poi il diktat: "No alla Salernitana". Sabato, dunque, una bella e perentoria vittoria (e sarebbe la quarta nelle ultime quattro) andrebbe festeggiata due volte. 

Sezione: News / Data: Lun 08 marzo 2021 alle 12:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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