Nella serata di ieri, si è aperta la 7° giornata di campionato, giornata che precede la sosta che darà spazio alle nazionali. Essa si è aperta con la partita dell’Arechi, Salernitana – Lecce, conclusasi con il risultato di 1-2.
Passano in vantaggio i salentini con Assan Ceesay a metà primo tempo, per poi i granata pareggiare, nei primi minuti del secondo tempo, con un autogol di Josè Gonzalez su calcio d’angolo battuto da Antonio Candreva. Dopo il gol dell’1-1, per i padroni di casa si spegne definitivamente la luce, tanto da subire il gol del 1-2 giallorosso, di Gabriel Strefezza.
È stata una partita decisa da tre fattori, ossia mentalità, forma fisica e tattica. Le prime due sono assolutamente da ritrovare. Una è legata all’altra. Se non c’è forma fisica, allora non c’è mentalità. Soprattutto, se non c’è forma fisica, NON C’E’ LUCIDITA’. Quest’ultima è mancata ai ragazzi di Davide Nicola nelle ultime 3 partite. Con l’Empoli, in casa, dopo il 2-1 segnato da Dia, la squadra si è abbassata tanto, concedendo ai toscani di nuovo spazi, con quindi la possibilità di ritornare in partita. Possibilità che si concretizza con il gol del pareggio di Lammers. Con la Juventus, in trasferta, fino al 91’ la Salernitana stava facendo il miracolo, vincendo per 1-2. A pochi minuti dalla fine Vilhena commette un’ingenuità, commettendo fallo in area di rigore su Alex Sandro, concedendo quindi agli avversari, la possibilità di pareggiare con un calcio di rigore. Cosa che praticamente avviene, anche se il rigore tirato da Bonucci è stato parato da Sepe, ma il capitano bianconero è lesto nel ribattere a rete, anche perché nessuno dei giocatori granata è stato lesto ad entrare in area ad impedire che questo succedesse. E con il Lecce oggi è stato il punto più basso della stagione, anche perché, a questo si è unita anche la poca lucidità di Mister Nicola nel leggere la partita. Ma non solo leggerla in corso d’opera, ma leggerla sin dall’inizio.
Partendo dalla premessa che è giusto che si schieri sempre lo stesso 11 di partenza, quindi sia con gli stessi uomini, anche se per questo, può variare per squalifiche o infortuni, sia soprattutto schierati alla stessa maniera con lo stesso modulo; questo sia per dare continuità e far affiatare sempre di più una squadra, sia anche perché si gioca una sola competizione, e quindi la squadra è un po' corta di riserve (infatti nel mercato di gennaio bisognerebbe investire su di esse); ma a volte bisogna anche rischiare.
Rischiare provando ad uscire da quello schema in cui si è incatenati. Perché ok, è stato fatto un mercato per uomini che sapessero muoversi nel 3-5-2, o nel 3-4-1-2, ma ieri doveva cambiare schema sin dall’inizio. Anche perché tralasciando gli infortuni e soffermandoci sui giocatori che sono disponibili attualmente, ma il centrocampo giocava sulle gambe, come anticipato anche prima, e se quello non funziona, questa squadra non gira, anche perché son lì che partono tutte le azioni. La difesa, sembrerà strano dirlo, ma senza Fazio – squalificato ieri per aver ricevuto un’espulsione per protesta dopo la partita contro la Juventus - non gira, soprattutto quando è schierata a 3. Anche perché nella difesa a 3, centralmente deve esserci uno bravo con i piedi ad iniziare ad impostare gioco, fase che poi verrà conclusa dal centrocampo. Ma soprattutto, cosa importante, serve qualcuno che dia equilibrio al reparto difensivo in una squadra come quella del mister piemontese, votata molto all’attacco. Non che Fazio sia bravo con i piedi, non si bestemmia in questo spazio, però è uno che dà equilibrio alla squadra. E sinceramente uno tra Bronn, Daniliuc o Gyomber in mezzo alla difesa, non mi danno la sua stessa sicurezza in mezzo alla difesa, anche perché sono 3 uomini che non hanno molto nelle corde, la fase offensiva. Sono difensori puri. Bronn addirittura, mette un’ansia quando ha la palla sui piedi. Ma soprattutto deve migliorare sugli 1 contro 1. Banda non gli ha fatto capire niente ieri. Daniliuc è stato il migliore nel reparto difensivo, anche se al gol di Ceesay poteva far di più, anche se, in quell'azione, l’errore più grosso lo ha commesso Mazzocchi, ed anche e soprattutto il reparto difensivo, stando troppo alti, non avendo così la reattività giusta per contrastare l’azione offensiva dei salentini.
Difesa che però è stata rivoluzionata da Nicola ad inizio secondo tempo, passando alla difesa a 4, inserendo Bradaric al posto di Gyomber, e spostando quindi Mazzocchi a destra, con quindi centrali Bronn e Daniliuc. Bradaric che deve ancora lavorare tantissimo, perché ok che ha avuto un infortunio durante il precampionato, ma deve ancora crescere perché ancora acerbo. Come anche è stato rivoluzionato il centrocampo, passando ad una linea a 4, togliendo Lassana Coulibaly ed inserendo Kastanos - che anche lui, come Bradaric, era in una giornata no – centralmente vicino Maggiore. E mettendo sugli esterni, a destra Candreva ed a sinistra Vilhena. È rimasto invariato l’attacco. E spostando l’equilibrio di questo reparto che Davide Nicola ha perso la partita, e rotto quella toppa che aveva messo e che stava funzionando.
Infatti i granata fino al gol, anzi, all’autogol del pareggio di Josè Gonzalez, stavano avendo un’ottima reazione, demotivando anche il Lecce, che in quella fase di partita, era in totale confusione, essendo che non riusciva più ad attaccare, e, di conseguenza, era diventato più nervoso. Ma poi, Davide Nicola decide di cambiare Piatek per inserire Bonazzoli. Piatek che era il più pimpante del reparto offensivo fino a quel momento, e che piano piano, come cresceva la squadra, stava crescendo anche lui, perché gli stavano arrivando i primi palloni giocabili. Questo cambio è stato sintomo di voler portare il pareggio a casa e non rischiare, anche perché si poteva rischiare mettendo Bonazzoli al posto di uno tra Candreva e Vilhena – ambedue stanchi fisicamente. Chi più chi meno - mettendolo trequartista, facendolo agire quindi, dietro le due punte. Soprattutto per provare anche a far scatenare Dia, che ieri non riusciva a fare praticamente nulla, anche perché ha giocato – forse per questo motivo, anche perché è stato sostituito proprio perché si lamentava per questo – con problemi alla schiena. Infatti con successivamente l’ingresso di Botheim al posto di Dia, oltre a perdere un cambio, perché la coppia d’attacco poteva essere liberamente Piatek - Botheim, con dietro Bonazzoli, Davide Nicola ha perso la partita.
Quindi ieri Salernitana – Lecce, più che una partita persa dalla Salernitana, è stata una partita persa da Davide Nicola. Ovviamente questa sconfitta non toglie meriti sul grande inizio stagione fatto da lui e dalla sua squadra. Ma fa capire quanto ci sia ancora da lavorare, anche per lui. Davide che ha l’appellativo di “traghettatore” e “mister salvezza”, e che, soprattutto il primo, vorrebbe in questa stagione, levarselo di dosso, facendo capire che finalmente ha fatto quel salto di qualità che tutti si aspettano da lui, perché la sua bravura nessuno la discute. Con la sua bravura meriterebbe panchine molto più prestigiose. Il problema è che deve migliorare su molti suoi limiti, che stanno venendo fuori pian piano, col passare delle partite. Deve sostanzialmente riuscire a fare di necessità, virtù; e deve riuscire ad essere più cauto, ma allo stesso tempo, irruento al punto ed al momento giusto. Perché piace a tutti il suo carattere combattivo, di chi mette anche l’anima in campo, ma che soprattutto la sa trasmettere alla sua squadra (piace anche a chi sta scrivendo l’articolo e non è nessuno per criticare l’operato di ieri di Davide Nicola), però questo a volte, lo offusca e diventa un “chi vuole troppo nulla stringe”. In questi piccoli dettagli che si vedono davvero i grandi allenatori.
Quindi, menomale che arriva la sosta, così che si possano riordinare le idee e ripartire più forti di prima per ottenere tranquillamente l'obiettivo prefissato ad inizio stagione, ossia la salvezza. Anche perché tutti i presupposti per farlo ci sono.
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