Il cambio di panchina era auspicabile ma, con il senno di poi, si poteva anche fare prima o forse addirittura non partire con la stessa guida tecnica. Per carità nessun appunto alla società granata che con il presidente Iervolino si sta trovando benissimo in un mondo del calcio che, certamente non è più quello d'una volta ma quando non si ritorna, forse, volentieri la prima cosa da fare è cambiare. Si perchè crediamo che i rapporti tra la società granata e l'ormai ex tecnico Paulo Sousa si siano incrinati nel giorno in cui il lusitano fu chiamato per quel famoso casting di Aurelio De Laurentiis per il Napoli e senza dire niente alla società andò a parlare con ADL per una sua futura assunzione sulla panchina del Napoli. Nessun appunto, per carità, ognuno è padrone delle proprie azioni e non si discute il fatto che volesse migliorare la sua carriera calcistica cercando l'aggancio alla panchina della squadra campione d'Italia orfana di Luciano Spalletti ma poi quando non si concluse niente il ritorno sulla panchina granata fu un ripiego. Vero che c'era un pre contratto da rispettare ma tutto ciò non fu preso bene dalla tifoseria che dopo i contatti con il nemico Napoli non lo avrebbero voluto più a Salerno.
A Iervolino tutto ciò diede enormemente fastidio ma la sua bontà andò oltre e la riconferma per il secondo anno consecutivo fu scontata. Poi le prime otto giornate di campionato vissute tra alti e bassi (più bassi) visto che solo tre punti ci sono in classifica e il penultimo posto, purtroppo, la dice lunga su come si dovrà lottare, con l'arrivo di Pippo Inzaghi in panchina per cercare di mantenere la categoria. Certo un ringraziamento va a Sousa perchè ha salvato la squadra la scorsa stagione ma il suo approccio a questa stagione, guidando una squadra che è quasi la stessa di quella dell'altro campionato non è stato di quelli, tanto per intenderci, da ricordare. Dunque il benservito ci poteva anche stare prima del via al campionato e non dopo due mesi di torneo già iniziato.
La legge del calcio è questa, un benvenuto al Pippo nazionale che proprio da Salerno cerca anche lui il rilancio nel calcio che conta con la consapevolezza che fin dalla prossima partita contro il Cagliari ci si metta di buzzo buono, come si dice in gergo, per riprendere la strada maestra, lasciata nel momento in cui la tifoseria si aspettava una stagione quasi tranquilla. Certamente lo potrà essere dalla nona di campionato in poi con la consapevolezza che la serie A è un bene eccezionale per una grande città come Salerno che, diciamolo a chiare lettere, ha una società forte che tante altre squadre della massima serie ci invidiano.
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