La designazione di Orsato premia le lamentele di Iervolino? Noi crediamo di no... ma ci vuole una squadra a ritmo europa per la salvezza

Chi ha avuto la possibilità di seguire le nostre trasmissioni televisive o gli approfondimenti sul web, avrà notato che il sottoscritto - che ha fatto parte del mondo arbitrale per circa trent'anni - aveva pronosticato la designazione di Orsato per la delicatissima partita in programma domenica pomeriggio all'Arechi contro il Genoa. Nessuna dote divinatoria, ci mancherebbe, quanto la consapevolezza che le proteste della Salernitana avrebbero spinto il designatore Rocchi a puntare su un fischietto di grande esperienza e che certo non si farà condizionare dall'ambiente, dalle parole di Iervolino e da tutto il polverone che si è sollevato a livello nazionale dopo il derby perso a Napoli anche a causa delle sviste delle giacchette nere. Del resto Orsato (col quale la Salernitana non ha mai vinto) era in campo in quel famoso match salvezza perso per 4-0 in casa con l'Udinese. Nè i bianconeri, nè il fischietto di Schio mostrarono un atteggiamento clemente nei confronti di una squadra che stava vivendo un autentico dramma sportivo dinanzi a 32mila spettatori in lacrime e con tanti momenti di tensione assoluta.

Sullo 0-3, tanto per rinfrescare la memoria, fu concesso ai friulani un rigore generoso, mentre Pereyra inscenò un discutibile balletto sotto la Sud dopo aver segnato il quarto gol ricevendo soltanto un giallo al netto di quanto il suo gesto scatenò sugli spalti. Insomma, chi esulta per questa designazione o parla di "vittoria di Iervolino perchè hanno scelto il migliore", farebbe bene a frenare gli entusiasmi. Perchè, a nostro avviso, ora la Salernitana sarà davvero sola contro tutti e dovrà gettare il cuore oltre l'ostacolo per arrivare a una salvezza ad ora compromessa non solo per gli orrori degli arbitri, ma anche - e soprattutto - per le scelte estive, per gli sbagli di De Sanctis, per l'inadeguatezza del reparto offensivo, per la partenza ad handicap con un Sousa demotivato e per i tanti gol subiti in zona Cesarini che denotano mancanza di sangue freddo nella gestione dei momenti cruciali. 15 i punti persi da situazione di vantaggio: una infinità, così come gli otto legni colpiti: la classica stagione storta, in cui anche la dea bendata ti volta le spalle e paghi oltre i reali demeriti. Dispiace soprattutto per Inzaghi, allenatore che sta friggendo il pesce con l'acqua e che ha trasformato una squadra disunita, stanca, demotivata e disorganizzata in un gruppo che combatte, ci crede, sciorina a tratti un buon calcio e che ha messo in crisi le big del campionato pur con una panchina ridotta all'osso e composta da atleti che, ad ora, non sarebbero titolari nemmeno in serie B.

Alla società il compito di rinforzarsi in questo mercato di gennaio. Ok Pierozzi, Zanoli e Basic (tutti prestiti secchi, peccato perchè si valorizzeranno giovani che torneranno alla base più forti mentre qui si dovrà ripartire da zero), ok il rientro di Kastanos, Pirola, Coulibaly, Cabral e forse Dia, ma a questa Salernitana servono come il pane un difensore centrale forte, un attaccante di livello a prescindere da Dia e Bonazzoli, un altro centrocampista e un esterno sinistro che possa giocarsi il posto con Bradaric. Ricordate ai tempi di Rossi, quando gli arbitri erano egualmente accaniti eppure si vinceva con 2-3 gol di scarto? Ecco, per tentare l'impresa sportiva e cancellare la prima metà di stagione serve viaggiare a ritmi da Europa e puntare su giocatori top, in grado di sopperire alle lacune dei compagni e a qualsivoglia fattore esterno che influenzi direttamente o indirettamente il risultato. Iervolino ha tutto nelle proprie mani: faccia di tutto per salvare la Salernitana e salvaguardare il suo investimento, poi a giugno una conferenza stampa magari aperta ai tifosi nella quale spiegare cosa abbia spento entusiasmo e voglia di investire. Perchè, rivedendo le interviste di un anno fa, sembra quasi di ascoltare due persone diverse. Nel frattempo, però, tutti allo stadio: l'Arechi deve essere il fortino che spinge la Bersagliera verso la salvezza.