E' proprio vero che, nel calcio, non esiste mai una verità assoluta e che le cose possono cambiare davvero dalla sera alla mattina. Leggiamo i commenti post Salernitana-Catanzaro e confrontiamoli con quelli che hanno contraddistinto questa lunga sosta per le nazionali. Il successo di Palermo ha rivitalizzato l'ambiente, al punto che improvvisamente Martusciello è diventato uno stratega, Sepe il portiere imbattuto da 300 minuti, Njoh il colpaccio a parametro zero del direttore sportivo Petrachi e Simy un lottatore indomabile che trascina i compagni di squadra sudando la maglia. E' il bello e il brutto del calcio. Perchè, soprattutto in una piazza umorale come Salerno, un po' di equilibrio non basterebbe mai. In fondo tenere i piedi per terra senza vivere con l'ossessione della serie A a tutti i costi ci consente di goderci maggiormente i momenti positivi senza drammatizzare quando si perde contro il Sudtirol o il Pisa di turno. Perciò viviamo con serenità la gara con lo Spezia, consapevoli che infliggere la prima sconfitta stagionale ai bianconeri di D'Angelo possa farci fare un enorme passo in avanti in classifica, ma pronti ad accettare anche un pareggio contro un avversario ad oggi superiore e che giocherà sulle ali dell'entusiasmo.
Anche il fattore Arechi rischia di essere meno incisivo del solito. Ad oggi appena 5000 biglietti venduti e possibilità concreta che si registri il minimo stagionale, anche a causa di un' allerta meteo che scoraggia tantissime persone. Un peccato. La curva Sud, però, spingerà come ha sempre fatto esponendo di nuovo gli striscioni dopo settimane di civile protesta. Dicevamo in presentazione di umori e prospettive che cambiano nell'arco di 24 ore. Il discorso si può estendere anche alla questione societaria, visto che Iervolino ha battuto un colpo del tutto inaspettato. Il patron, che ha rassegnato le sue dimissioni da presidente defilandosi da mesi, è ricomparso al Mary Rosy e ha inteso salutare squadra, allenatore e dirigenza avviando un colloquio costruttivo con alcuni esponenti della tifoseria. Sul web leggiamo frasi di esultanza e un "grande presidente", francamente fatichiamo a capire. Perchè se davvero basta una capatina al campo d'allenamento 210 giorni dopo l'ultima apparizione e una lettera pubblicata sul sito ufficiale senza contradditorio per dimenticare in un amen retrocessione, ridimensionamento e mercato al risparmio allora stiamo messi proprio male. Per carità, ben venga il patron Iervolino riveduto e corretto, coraggioso nell'ammissione degli errori e di nuovo carico d'entusiasmo come accaduto nel primo, vincente biennio. Ma stiamo parlando della stessa persona che, in estate, trattava addirittura con la Brera Holdings scegliendo l'allenatore a inizio luglio e completando la squadra il primo settembre pur essendo retrocesso a febbraio. Quando, dopo l'1-3 con l'Empoli, ci si aspettava chiedesse pubblicamente scusa promettendo di riportare la Salernitana dove è stata presa piuttosto che puntare il dito contro arbitri, pubblico, stampa locale ed ex dirigenti.
Che poi De Sanctis e Sabatini abbiano fatto disastri contribuendo a fargli perdere entusiasmo al pari dei vari Mazzocchi, Kastanos, Dia, Liverani, Paulo Sousa versione seconda, Coulibaly e Nicola non ci sono dubbi. Nella settimana in cui Lotito ricorda di aver preso la Salernitana in Eccellenza riportandola in A per poi essere estromesso per vicende politiche (ma qui si ringraziava Gravina!), non è ammissibile leggere sui social le solite offese ai vincenti romani e l'osanna a chi ci ha fatto vivere il peggior campionato della storia. C'è chi ha dimostrato con i fatti senza ricevere un grazie, chi invece è stato portato in trionfo e certo non può cancellare il recente passato con mezz'ora di presenza al Mary Rosy. Giusto concedere una seconda opportunità, ci mancherebbe, ed è importante remare nella stessa direzione in una piazza a volte masochista e che, ignara del suo potenziale, ama dividersi e non unirsi. Però la prova del nove la rinviamo a gennaio. Se Iervolino, dopo incassi milionari, metterà mano al portafoglio, allora tutti saremo pronti ad accompagnare il nuovo corso. Se, viceversa, si parlerà ancora di progetto triennale, cedere prima di acquistare e cose di questo genere, possiamo dire che il parziale dietrofront sarà solo il proverbiale specchietto per le allodole. Certo, dopo tante promesse roboanti non mantenute è meglio non fare proclami. Ma la Salernitana è stata presa in A ed è in A che deve tornare. Possibilmente subito.
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