Giuseppe Cannella è un importante ex dirigente della Salernitana, ricoprendo, a più riprese, il ruolo di direttore sportivo. Contattato telefonicamente, ha rilasciato, in esclusiva per TuttoSalernitana.com la seguente intervista, nella quale ha parlato del club granata per quanto mostrato in questa stagione, facendo una previsione anche per ciò che la squadra farà nel prossimo campionato.
Da 1 a 10 che voto darebbe alla stagione della Salernitana?
"Dico 6: non è mai stata in grado di lottare per i play-off ma almeno si è salvata. Però non so se a livello di gestione e di mercato ha ottenuto delle plusvalenze, in quel caso le darei un 8".
Cosa pensa della situazione che si vive a Salerno, con i tifosi che vorrebbero una squadra capace di lottare almeno per i play-off? Come mai non ci è riuscita finora, costruire una squadra vincente in B è molto difficile?
"Per costruire una squadra vincente in B sono tanti gli elementi da tenere in considerazione. Intanto la società è stata rifondata qualche anno fa e soltanto da pochi anni si è assestata in B, mentre per costruire un gruppo vincente ci vuole tempo. E di certo non aiuta il fatto di rivoluzionare la squadra tutti gli anni: va bene puntare sui giovani, ma è anche importante creare in rosa un gruppo con la giusta mentalità grazie al quale poter aiutare i nuovi arrivati ad assimilare questa stessa mentalità. Ritengo sbagliato cedere giocatori importanti, quelli che a Salerno riescono a migliorare ed elevarsi sopra la media. Da cosa si può ripartire se vengono sempre venduti gli elementi migliori? Ora ho letto che le intenzioni sono quelle di cedere Sprocati, come in passato Coda e Donnarumma. Cosí facendo, diventa difficile ottenere un gruppo coeso e compatto capace di puntare ai vertici".
Riconfermerebbe Colantuono alla guida della Salernitana?
"Non so, questo non lo posso giudicare: gli allenatori sono tutti bravi se hanno del materiale umano con cui lavorare. Se ogni anno cambi sette-otto elementi, anche il migliore degli allenatori si ritrova in difficoltà a ottenere risultati importanti, perché deve ricominciare sempre d'accapo, e non è semplice. Anche perché la qualità dei giocatori scarseggia sempre di più".
Qual è secondo lei il reparto di gioco che ha reso di meno nella stagione appena trascorsa?
"Non è un reparto in particolare, il problema è che, cambiando spesso i giocatori, la squadra ha un rendimento altalenante, e non si trova mai un assetto. La Salernitana, come ho detto in precedenza, ha fatto un campionato sufficiente, è stata brava a non farsi risucchiare nella lotta per la salvezza, che è una cosa importante. Colantuono in fondo ha fatto il suo dovere. Per esempio, basta pensare a una squadra come il Novara che è retrocessa in modo diretto, anche se come organico era più forte dell'Ascoli o dell'Entella: il campionato di B è insidioso, e i piemontesi non hanno potuto fare molto, nonostante Di Carlo sia un signor allenatore. Questo aspetto sottolinea quello che dicevo prima, e cioè che senza creare un gruppo solido è molto difficile ottenere risultati importanti. Ho lavorato a Salerno molti anni, nei quali abbiamo costruito una squadra forte e compatta, e ciò ha contribuito a rendere bravi Delio Rossi e Franco Colomba: sono sempre i giocatori che danno quel qualcosa in più agli allenatori, mettendoli in condizione di poter lavorare al meglio".
Che Salernitana dobbiamo aspettarci per la prossima stagione?
"La gestione si ripeterà: sono tre stagioni che la Salernitana più o meno ottiene sempre gli stessi risultati. Se l'andamento è questo, in linea di massima anche per la prossima annata la Salernitana farà lo stesso tipo di campionato. Se come scopo ha quello di pareggiare il bilancio, e si accontenta, allora va bene così. Ma penso che per migliorare dovrebbe trattenere i giocatori migliori, collaborare con l'allenatore per capire quali reparti rinforzare, ed evitare di ripetere i casi come quelli di Rosina e Zito, giocatori con un ingaggio importante che non rientrano più nei quadri tecnici. Se non sono più utili, bisognerebbe proporgli una buonuscita per una rescissione consensuale: così facendo, diventerebbe anche più semplice la gestione dello spogliatoio".
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