Nel giorno in cui il direttore sportivo Angelo Fabiani dichiara pubblicamente che "il trust non prevede l'esclusione della Salernitana il primo gennaio in caso di mancata cessione", ecco che i trustee rifiutano tutte e tre le proposte arrivate per l'acquisizione dell'intero pacchetto azionario del club. Una coincidenza? Può darsi di sì, può darsi di no. Una cosa è certa: immaginare che professionisti di livello nazionale, che si sono assunti delle responsabilità non indifferenti, si permettano il lusso di rispedire al mittente tutte le proposte a due mesi e mezzo dalla deadline fa storcere il naso. E proprio perchè non siamo in mano gli sprovveduti, ma a gente esperta e navigata ci viene da pensare ci siano sotto traccia manovre e strategie sconosciute al pubblico di fede granata. Al netto di personaggi senza dignità che continuano ad ergersi come depositari di verità dopo un'estate di fake news e annunci poi smentiti dai fatti in due minuti, per fortuna i nomi restano top secret, nessuno è uscito allo scoperto tirandosi indietro e questo lascia presagire la serietà delle operazioni e di chi le conduce. Allo stesso tempo, però, la bocciatura (non definitiva) può essere letta in tre modi:

- nessuno ha presentato l'offerta giusta. Pare che si volesse legare il pagamento di parte del dovuto al mantenimento della categoria, cosa che naturalmente non verrebbe accettata in nessuna trattativa seria.

-che sia arrivata in extremis una quarta proposta interessante e si sia preso tempo sia per valutarla, sia per spingere gli altri ad alzare la posta e dedicare l'ultimo mese ad un'autentica asta?

-volontà di mandare un messaggio alla Federazione.

Ricordiamo, infatti, che il prezzo minimo di vendita è stato stabilito da un professionista terzo, riconosciuto dalla stessa FIGC e che, dunque, la Salernitana non è tenuta ad accettare proposte inferiori alla cifra stabilita. In sintesi: se riconosci che il bene vale X, non puoi escludermi se per colpe non mie nessuno offre quella somma. Anche perchè stiamo parlando di un bene privato e il diritto alla proprietà è costituzionalmente sancito e riconosciuto. Alla Federazione, insomma, non conviene arrivare al braccio di ferro, perchè i disponenti Lotito e Mezzaroma avrebbero la possibilità di ricorrere al TAR in tempi rapidissimi (con potenziale blocco del campionato a ridosso dei Mondiali) e chiedere successivamente un riscarcimento milionario. Cosa che potrebbe accadere anche in caso di cessione delle quote. Riteniamo, comunque, che alla fine prevarrà il buonsenso e che la serenità ostentata dalle parti nasca dalla consapevolezza che, comunque, c'è un gruppo imprenditoriale disposto a soddisfare le esigenze. Per buona pace di tutti.

Sezione: Esclusive TS / Data: Ven 08 ottobre 2021 alle 22:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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