Il presidente Iervolino due anni e mezzo orsono, non una vita fa, entrava in grande stile nel mondo del calcio italiano e lo faceva investendo una decina di milioni così salvando la Salernitana da una sparizione dal professionismo oramai pronta a materializzarsi la notte di Capodanno 2022. Circa cinque mesi dopo la storia si ripete con un altro miracoloso salvataggio targato Iervolino, stavolta sul campo e caratterizzato da una memorabile rimonta salvezza operata dalla Bersagliera sotto il segno di Davide Nicola e Walter Sabatini. Fin qui già abbastanza per parlare di un idillio da sogno raccontato da parole presidenziali al miele e tali da fare impallidire persino il buon Edmondo De Amiciis.
Il prosieguo della narrazione riferisce, invece, di un vento che sta per cambiare dalle parti dell'Arechi con le prime vicissitudini sportive ed economiche che si affacciano all'orizzonte e un Paulo Sousa versione acchiappafantasmi che rivitalizza il gruppo e lo conduce ad una salvezza anticipata in quella che ad oggi è la migliore stagione mai vissuta dal cavalluccio marino dal 1919. Storia dei giorni nostri e dopo la migliore stagione inaspettatamente arriva la stagione peggiore di sempre per la società di via Allende, funestata da una retrocessione in B amarissima, arrivata da fanalino di coda e con il record negativo di punti conquistati in massima serie. Ed ora che succede? Prima il silenzio e nessuna parola di conforto dal patron per la tifoseria granata e poi una ridda di voci inerenti a una probabile cessione della società in altrui mani, tra fondi di investimento e aziende private all'orizzonte.
È dato certo e incontrovertibile che la Salernitana, dopo la retrocessione, e a causa di essa, riceverà una cospicua somma di denaro a titolo di paracadute, ben venticinque milioni di euro in due tranches, cui si aggiungeranno verosimilmente altri introiti, come l'ultima rata dei diritti televisivi da Dazn e incassi da cessione dei diritti alle prestazioni dei calciatori di proprietà per un'altra dozzina circa di milioni provenienti dai riscatti. Iervolino potrebbe puntare ad intascare la prima rata del paracadute, i corrispettivi residui dei diritti TV, quelli dei riscatti dei calciatori ceduti in prestito ad altri sodalizi e i proventi della cessione di Tchaouna al miglior offerente così riuscendo a rientrare degli investimenti fatti in queste due stagioni e mezza ammontanti a circa una quarantina di milioni di saldo negativo.
Ebbene se può essere legittimo ricredersi e cambiare idea come anche cercare nei limiti del possibile di rientrare da esborsi personali sostenuti, la circostanza che un presidente, facoltoso e capace di dichiarazioni ambiziose e roboanti che avevano infiammato la piazza salernitana, possa essere ora al timone del club solo perché attende di raschiare il barile e poi passare la mano non può non rattristare e lasciare alquanto sgomenti chi aveva creduto in lui e nelle sue potenzialità. Nessuna rabbia e voglia di rivalsa sportiva e personale per una stagione terribile passata e fatta passare a tantissimi mortificati tifosi della Salernitana? Nessun progetto imprenditoriale di rilancio dell'immagine e della valutazione economica di una società che per avere un'alta quotazione deve tornare subito in serie A? Nessun legame con la piazza che lo ha prima osannato e poi in modo inedito risparmiato da contestazioni accese?
Solo un desiderio di abbandonare la nave e andare via da sconfitto ordunque albergherebbe nella testa di Danilo Iervolino? Ci spiace ma non riusciamo ad accettare questo possibile finale e speriamo davvero di ascoltarne un altro, che parli di programmi importanti e progettualità di medio e lungo termine e che miri a consolidare il club campano una volta riportato laddove era stato preso. Realizzato uno scenario simile una cessione potrebbe essere ben più accettabile e digeribile e, soprattutto, ad avvantaggiarsene non sarebbero solo le tasche del massimo dirigente granata ma anche la sua immagine, la sua credibilità e il suo ricordo a Salerno e nel calcio italiano.
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