32 punti nel girone di andata, appena 17 nel girone di ritorno. Il Pescara di Giuseppe Pillon è stata la vera sorpresa del 2018, salvo poi crollare nel 2019 dove ha conquistato un rendimento minimo e ha ‘campato di rendita’ sui punti fatti nella prima parte di stagione. Capolista solitaria per cinque giornata, la compagine biancoazzurra è partita fortissimo: dieci risultati utili consecutivi nelle prime dieci. Pari a Cremona (1-1), vittoria casalinga sul Livorno (2-1) e pareggio a Brescia (1-1) nei duecentosettanta minuti inaugurali. Va ancora meglio il continuo, perché cadono allo stadio “Adriatico-Cornacchia” il Foggia (1-0), il Crotone (2-1) e il Benevento (2-1), quest’ultima vittoria intervallata dal pari di Padova (2-2). Il blitz ligure contro lo Spezia (3-1) apre la strada alla prima sconfitta, interna e stagionale, contro il Cittadella (0-1). Il riscatto è quasi immediato con il segno X a Cosenza (1-1) e il 4-2 rifilato al Lecce. Fa quasi poca notizia lo 0-3 subito a Palermo contro la capolista, il girone di andata si chiude però in fase calante con una vera e propria altalena di risultati che garantisce comunque a Mancuso e compagni di restare nelle zone altissime. Il pari interno con l’Ascoli (1-1) e la sconfitta di Perugia (1-2) sono vendicati dal successo sul Carpi (2-0). Nuovo stop a Verona (1-2) e doppia vittoria per chiudere l’anno ai danni di Venezia (1-0) e Salernitana, in trasferta (4-2). Con 32 punti la squadra di Pillon è seconda e a -5 dal Palermo, con un girone di ritorno tutto da disputare. Il nuovo anno, però, non porta bene al Delfino. Dopo i due scialbi pareggi contro Cremonese e Livorno (0-0 in entrambi i casi) arriva la cocente sconfitta interna con il Brescia (1-5) nella gara della verità. Nel match successivo a Foggia è solo pari (1-1), ci pensa la vittoria di Crotone (2-0) a ridare serenità all’ambiente, rinvigorito anche dai tre punti conquistati con il Padova in casa (2-0). Inizia, però, un periodo di forte discontinuità per il club del presidente Sebastiani e non di rado il tecnico finisce in discussione. Sconfitta a Benevento (1-2), vittoria sullo Spezia (1-0), pesante capitombolo a Cittadella (1-4) e pari interno con il Cosenza (1-1). L’altalena prosegue con il ko di Lecce (0-2) e la successiva vittoria (3-2) su un Palermo in crisi. La posizione play off è messa fortemente in discussione da una serie negativa di ben cinque giornata senza vittorie: il ko di Ascoli (1-2) è seguito da quattro pareggi che tengono a galla il Pescara, contro avversarie non irresistibili o già proiettate verso l’obiettivo stagionale come Brescia (1-1), Carpi (0-0), Verona (1-1), Venezia (2-2). Diventa fondamentale per evitare una partita in più la gara contro la Salernitana, che si gioca la salvezza: tra due compagini in caduta libera vince il fattore campo e gli abruzzesi superano i granata 2-0. In semifinale dopo lo 0-0 strappato al “Bentegodi”, il Pescara china il capo al Verona (0-1) e saluta il sogno serie A. Un vero peccato per una squadra che ha dato lezioni di calcio nel girone di andata e si è persa nel girone di ritorno. Non sono bastati i 19 gol di Leonardo Mancuso per tenere il passo di Brescia e Lecce, e le 14 vittorie, i 13 pari e le 9 sconfitte hanno regalato un lusinghiero quarto posto (a seguito dell’estromissione del Palermo) con 55 punti. Il voto per l’interessante truppa di Pillon è un 7+: per quanto fatto vedere nel 2018 (meglio di Lecce, Brescia, Verona, Benevento) da outsider sarebbe stato un 9 pieno, nell’anno nuovo però la sufficienza è quanto mai stiracchiata. Ai nastri di partenza della nuova stagione c’è ancora un Pescara intraprendente, con un allenatore come Luciano Zauri che ha tutte le intenzioni di bissare il lavoro del predecessore e se possibile migliorarlo.

Sezione: News / Data: Gio 15 agosto 2019 alle 14:00
Autore: Rocco Della Corte
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