Il 2024 granata inizia nel peggiore dei modi. Dopo il doppio ko contro la Juventus, la Salernitana incappa in un'altra cocente sconfitta maturata nel finale di gara contro i rivali del Napoli. Un risultato bugiardo che vanifica un'altra prova gagliarda degli uomini Inzaghi, scesi in campo al Maradona con fare battagliero nonostante tante defezioni che stanno complicando notevolmente il già difficile compito del tecnico piacentino. 

La sorte non sembra essere dalla parte dei granata, che stanno raccogliendo da diverse giornate decisamente meno di quanto meritino. Non è, però, solo una questione di fortuna, né tanto meno di arbitraggio. Alti i toni della polemica sulle direzioni di gara dopo il j'accuse del patron Iervolino nei confronti del numero uno dell'AIA Rocchi e di tutta la classe arbitrale e sicuramente l'operato di Marinelli non è apparso esente da pecche. Il contestato rigore su Simeone rientra nella casistica di altri contatti analoghi, puniti sempre con il calcio di rigore, ed è principalmente una leggerezza di Fazio, mentre restano dubbi sul contatto Demme-Tchaouna in occasione del gol vittoria di Rrahmani, sebbene resti difficile valutare l'entità dello stesso. Che il rendimento della classe arbitrale in questo campionato stia lasciando a desiderare è sotto gli occhi di tutti, ma non può diventare un alibi, specialmente per una squadra desolatamente ultima a -6 dalla salvezza, che col successo del Cagliari si allontana. 

Fragilità mentale, questo forse il più grave deficit della squadra granata. Sull'azione del gol di Rrahmani, infatti, si contano almeno tre errori tecnici inconcepibili sull'ultimo pallone di una sfida così importante: l'uscita difettosa di Ochoa, lo scontro con un Fazio poco reattivo e soprattutto il clamoroso liscio di Ikwuemesi a pochi passi dalla porta. Troppe mancanze per poter imputare la responsabilità del gol a Marinelli. Un vero peccato, considerando l'ottima gara offerta dall'intero pacchetto arretrato, capace di limitare per quasi tutto il match K'varatskhelia e soci, ma come successo nel finale di gara contro Milan e Juventus la Salernitana ha pagato un calo di tensione o, forse peggio, una frenesia data dalla paura e una scarsa lucidità nella gestione del pallone

Magra consolazione, la Salernitana torna comunque a casa con un'altra prova convincente contro un avversario di gran lunga superiore. Fattore, questo, che sicuramente può avere un effetto positivo sull'autostima del gruppo di mister Inzaghi che, a nostro avviso, sta facendo tutto il possibile con il limitato capitale tecnico a disposizione. Aldilà di ogni proclama, adesso è il momento di rinforzare una squadra a brandelli. La rosa a disposizione, inutile ripeterlo, è manifestamente lacunosa in pressoché tutti i reparti, fattore al quale si aggiungono le tantissime defezioni date da infortuni e cessioni. All'uscita di Mazzocchi deve far subito seguito l'inserimento di un esterno in grado di fornire i necessari rifornimenti alle punte, oltre all'arrivo di un centrocampista di qualità che sappia dettare i tempi della manovra e di un attaccante in grado di garantire il giusto numero di gol, considerando l'assenza di Dia, prossimo partente. Ben venga il tentativo di valorizzare un giovane come Pierozzi, ma, considerando anche l'uscita di Bohinen, alla Salernitana serve di più. 

Che Sabatini non diventi lo scudo dietro cui pararsi, perché è impossibile fare miracoli senza i giusti investimenti. Tanto, forse tutto il campionato della Salernitana passa per il mercato di gennaio, che la società di via Allende non può permettersi di sciupare. 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 15 gennaio 2024 alle 00:00
Autore: Valerio Vicinanza
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