Con lo stop per le nazionali, ci hanno pensato i tifosi della Salernitana a movimentare la situazione con l'ormai famoso comunicato uscito venerdì sera, che invitava i tifosi napoletani a festeggiare lo scudetto nella città di Napoli. Da quel momento non si è parlato d'altro, soprattutto su sponda partenopea con tifosi e addetti ai lavori che hanno commentato e detto la loro. Si può essere d'accordo o meno sul contenuto delle parole della tifoseria granata, qualcuno può pensare sia stato eccessivo parlare di bandiere sui balconi delle proprie case, qualcun altro concorda sul fatto di non esternare la propria felicità in una zona a carattere totalmente salernitano, a qualcun altro ancora interessa poco o nulla di chi e come possa festeggiare un traguardo di una squadra che non è la sua. Tutte le idee sono rispettabili, se dette con i toni, i modi e le parole giuste. A proposito di parole, nel comunicato della Curva Sud Siberiano non ci sono offese ad altre squadre o tifoserie, viene sottolineata la propria identità e viene chiesto di non festeggiare a Salerno un traguardo ottenuto dalla squadra di un'altra città. Zero offese. Un minuto dopo la pubblicazione del comunicato però, sono iniziate ad arrivare (stavolta sì), offese in serie alla città di Salerno, alla Salernitana e alla sua tifoseria. C'è chi dice che a Salerno non dovrebbero parlare di calcio, chi dice che la Salernitana non conta e non ha mai contato niente, tralasciando tutte le altre "paroline" arrivate addosso alla piazza. Offese arrivate sui social, nelle radio, nelle tv e su siti da parte di tifosi e addetti ai lavori, da parte di chi professa superiorità, da parte di chi sottolinea di non pensare alla Salernitana, ma che alla prima occasione scade in insulti e disprezzo verso proprio la Salernitana

Sezione: Editoriale / Data: Mar 28 marzo 2023 alle 00:00
Autore: Lorenzo Portanova
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