Si dirà che i tifosi non giocano o che, comunque, non bastano per vincere le partite. Fosse così, a Salerno avremmo una bacheca piena di trofei. Tuttavia è risaputo che la Salernitana sia una delle poche realtà italiane laddove la componente ambientale incide e ha il suo peso, al punto da risultare determinante nelle fasi cruciali della stagione. Di esempi ce ne sarebbero a bizzeffe, quello più recente - per stessa ammissione di Liverani - risale al campionato ‪2021-22‬. Secondo voi la Salernitana ce l'avrebbe fatta se non avesse fatto decine di migliaia di persone al proprio fianco, con una media di 4000 in trasferta? No! Ecco, assodato che è la storia a dire quanto il dodicesimo uomo possa essere elemento che sposta gli equilibri, vien da chiedersi: come è possibile vedere quella partita così brutta venerdì sera? Erano in 4000 per un allenamento, in 20000 la sera successiva per una sfida caricata a mille e da ultima spiaggia. Possibile che la Salernitana abbia risposto con un atteggiamento del genere? Poi, però, il direttore generale ribadisce che il gruppo non è mai diventato squadra e si torna al peccato originale. Su questo Iervolino ha ragione: le società non possono essere "ostaggio" di gente strapagata, che riceve milioni di euro sul conto corrente e che poi,  in campo, cammina. I calciatori vedono con quante difficoltà Sabatini provi a star loro vicino tutti i giorni? Hanno un po' di rispetto e amor proprio per chi darebbe la vita per i colori granata? E' ammissibile vedere ancora Dia che passeggia con fare disinteressato, lui che è tra gli artefici principali di una stagione nata male e che rischia di finire peggio?

L'augurio è che mister Liverani, al quale diamo un caloroso benvenuto, possa essere garante di regole rigide e ferree. Nei fatti e non a chiacchiere. Perchè si può anche retrocedere, sia chiaro, a patto che si sudi la maglia e si ritrovi la dignità sportiva. Prendere tre gol in casa da un Empoli modesto fa male, soprattutto sotto lo sguardo di un allenatore che, con tanta fortuna, ha salvato la Salernitana nel 2022 per poi essere esonerato due volte in 30 giorni (o avete dimenticato Candreva terzino, gli 8 gol di Bergamo e le prestazioni di Firenze, Reggio Emilia e Verona?). Certo, trovare qualche appiglio al quale aggrapparsi per alimentare l'ormai famoso 3,5% è impresa ardua anche per il più inguaribile degli ottimisti. Udinese e Sassuolo, per tanti motivi, si salveranno, il Lecce e il Frosinone hanno troppi punti di vantaggio rispetto ai granata e la lotta sarà con Empoli (attualmente a +8!), Cagliari e Verona. Da questo poker di squadre usciranno le tre retrocesse. Vien difficile pensare che ne vinca 7 su 14 chi ha portato a casa appena due successi in 24 gare. L'amore smisurato per la Bersagliera e la sofferenza sportiva che portiamo nel cuore non devono farci perdere di vista una realtà cruda, triste, che fotografa i tanti errori commessi in questi mesi. Dal rapporto con Sousa alle scelte di mercato di De Sanctis ("La squadra è potenzialmente più forte di quella dell'anno scorso, in difesa stiamo bene così") passando per i ritardi a gennaio e alcune battaglie pubbliche concettualmente nobili ma che hanno sortito il più classico degli effetti boomerang. 

Alla fine ha pagato anche Inzaghi, uno che il sottoscritto ha sempre apprezzato per aver fritto il pesce con l'acqua e per aver dato anima e gioco a una squadra in emergenza e con tanti limiti ma oramai tecnicamente indifendibile dopo gli orrori visti venerdì contro l'Empoli.  La speranza è l'ultima a morire e la B non fa paura a un pubblico che è ripartito a testa altissima dalla C, dalla D, finanche dalla terza categoria e con uno stemma religioso sul petto al posto del cavalluccio. Sarebbe opportuno, però, che il club dia garanzie. Non tanto di eventuale pronta risalita, quanto di volontà di investire ancora a Salerno. Perchè il punto cruciale della questione è capire perchè Iervolino, animato da tante intenzioni lodevoli e capace di promettere la zona sinistra della classifica, abbia perso entusiasmo. All'epoca la società, gestita egregiamente dalla vecchia dirigenza al netto degli enormi paletti imposti dai trustee, fu presa con zero debiti, bilancio in attivo, un bel gruzzoletto in cassaforte e per una cifra inferiore al reale valore. Oggi si parla di -30, autofinanziamento, "cedere prima di acquistare" e indice di liquidità: cosa sta succedendo? Può essere la vicenda stadio a giustificare da sola un dietrofront così repentino?
 

Sezione: Editoriale / Data: Ven 16 febbraio 2024 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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