La notizia della settimana è la possibilità concreta che la Salernitana possa giocare per un anno e mezzo al "Volpe" le partite casalinghe in attesa che vengano effettuati i lavori di ristrutturazione dello stadio Arechi. In attesa di capire se sia poi così necessario stravolgere al 100% una struttura che necessita di tanti interventi ma che tutto sommato ha anche tanti lati positivi, invitiamo umilmente la società a fidarsi della politica...ma fino a un certo punto. Perchè lasciare a tempo indeterminato lo stadio di casa potrebbe essere un danno economico e sportivo non di poco conto. Anzitutto, date le lungaggini burocratiche e le tante variabili che possono rallentare i tempi (un po' come accaduto per la pandemia, per intenderci), riteniamo sia impossibile fornire al club le garanzie necessarie. La Salernitana, per motivi economici ma soprattutto di spinta ambientale, ha costruito da sempre le proprie fortune sul fortino di casa e andare in esilio per oltre un anno e mezzo potrebbe avere risvolti sportivamente parlando drammatici e spingere la proprietà a dimezzare ulteriormente gli investimenti in virtù di incassi decisamente più bassi. Si passasse davvero dall'Arechi al Volpe sarebbe impossibile lanciare la campagna abbonamenti, in tantissimi resterebbero fuori (con il rischio di far disaffezionare quelle giovani generazioni che si stanno progressivamente riavvicinando) e nessuno, lo ribadiamo, potrebbe garantire al 100% un ritorno a casa nei tempi previsti. Se poi il presupposto è che le 5-6 gare di cartello debbano essere poi giocate a Benevento, a Bari o da qualunque altra parte, capirete bene che il caos è totale e che si rischia di perdere anche credibilità.

E come si può pensare, a proposito di credibilità, che il Volpe possa essere adeguato alla contingenza in pochi mesi quando da decenni si aspetta invano il Palazzetto dello Sport o il restyling di un Vestuti abbandonato a sè stesso e che fu messo da De Luca sul tavolo della discussione per abbagliare i nostalgici allontanandoli da una realtà che da subito lasciava intendere sarebbe stata una mera propaganda senza possibilità di sviluppo? Lo ribadiamo: la Salernitana deve restare a Salerno, tra la propria gente e senza peregrinare in zone spesso anche filo-napoletane (dov'è il senso di identità e di appartenenza?) dove avvertirebbe la sensazione di giocare in campo neutro. A nostro avviso la soluzione più logica e meno gravosa potrebbe essere restare all'Arechi e lavorare settore per settore come accaduto in tanti altri impianti sportivi italiani. Del resto già da lustri il principe degli stadi ha una curva inagibile e totalmente vuota, cosa volete che cambi attendere 2-3 anni ancora? Iervolino è persona troppo intelligente per non aver fatto prima di tutti noi queste valutazioni e avrà tutto il nostro appoggio se chiederà garanzie scritte al Comune e alla Regione pretendendo il pagamento di una penale se si andasse oltre i tempi stabiliti. La Salernitana è in una fase di crescita e privarla del proprio stadio, in A e con l'obbligo - di fatto - di giocare sempre in campo esterno sarebbe un problema. Salvarsi e investire diventerebbe estremamente complicato, pur con 12-13mila persone che certamente giammai farebbero mancare il proprio calore. Altra riflessione: se davvero il Volpe fosse a norma in meno di un anno vuol dire che volere è potere. E allora cosa dovremmo pensare, che in passato siamo rimasti fermi al palo in tema di impiantistica sportiva per mancanza di volontà dei diretti interessati?

Sezione: Editoriale / Data: Lun 11 settembre 2023 alle 00:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
vedi letture
Print