Antony Iannarilli è stato l'ospite del ventunesimo appuntamento della nostra rubrica "Due chiacchiere con...". Il portiere classe '90, in forza alla Ternana, in passato ha vestito anche la maglia della Salernitana. Assieme al numero ventiquattro delle fere abbiamo parlato di calcio, del suo passato granata, degli obiettivi futuri e ovviamente della situazione 'covid-19'. Per chi si fosse perso la diretta, a seguire trovate l'intera intervista. 

Salve Antony, domanda di rito: come sta trascorrendo queste giornate a casa?

"Un po' come tutti. Io e la mia compagna siamo qui da quasi un mese e mezzo, lontano dalla famiglia. La mattina o il pomeriggio mi alleno, a volte in videoconferenza con i miei compagni e lo staff. Essendo dei calciatori dobbiamo tenerci un minimo in forma e non perdere la condizione fisica, perché se si dovesse ripartire dovremmo farci trovare pronti".

La Lega Pro va verso il blocco dei campionati: qual è il suo pensiero?

"Credo sia opportuno promuovere in Serie B il Monza, il Vicenza e la Reggina perché lo meritano. Poi per quanto il sorteggio della 'quarta' squadra penso sia la cosa più giusta da fare. Qualsiasi decisione verrà presa non metterà d'accordo tutti, ma non possiamo fare altrimenti". 

La sua Ternana, ad inizio anno, è stata inserita nel cosiddetto 'girone della morte', lei come la vede?

"Il girone-C secondo me è quello più tosto ed equilibrato: ci sono tante squadre di qualità, forti. Noi stiamo facendo un buon campionato, abbiamo raggiunto un traguardo importante: la finale di Coppa Italia contro la Juventus U23. Vogliamo vincere e giocarci gli spareggi per andare in Serie B". 

In campionato la sua squadra ha avuto un cammino altalenante, i tifosi si aspettavano qualcosa in più: secondo lei cosa non ha funzionato?

"Abbiamo fatto bene fino alla metà di febbraio, poi dopo lo scontro diretto perso con la Reggina abbiamo avuto un calo fisiologico. Mancano ancora tante partite alla fine e non possiamo ancora tirare le somme". 

Un suo pensiero sul tema 'taglio degli stipendi'...

"A Terni abbiamo la fortuna di avere un presidente speciale, aperto al dialogo. Nelle scorse settimane ci siamo parlati e insieme abbiamo trovato un accordo. Non è facile però, perché le situazioni sono diverse. In Lega Pro, per esempio, ci sono giovani con contratti precari, con uno stipendio minimo e quindi bisogna tutelarli. E soprattutto bisogna differenziare l'accordo in base alla categoria: è ovvio che in Serie A si può fare tutto, hanno più soldi". 

Torniamo indietro nel tempo, alla sua esperienza con il Salerno Calcio in Serie D: che ricordi ha di quegli anni? 

"Ho un bellissimo ricordo di quel periodo. Vi racconto un aneddoto divertente: eravamo in ritiro a Fiuggi, per prepararci al campionato, un giorno dovevamo fare una seduta di allenamento alle 15.00-16.00, però il tutto slittò di qualche ora perché non avevamo né i palloni né le casacche. A parte tutto è stata un'esperienza fantastica".

Stagione 2011-2012, campionato di Serie D: ha giocato titolare per tutto il girone di andata, poi fu messo in panchina per la regola degli under. In quel momento era deluso?

"Non ero molto felice, perché restare fuori non è mai bello. Avevamo, comunque, calciatori molto forti e quell'anno l'obiettivo era la promozione. Ricordo che giocavamo con una maglietta blaugrana, simile al Barcellona, e senza lo stemma del cavalluccio marino. All'epoca i tifosi non presero bene questa cosa, ma sapevo che il logo ufficiale non poteva essere utilizzato per problemi legati ai diritti. Nonostante tutto ci seguivano in tanti e ci hanno dato la forza nei momenti difficili ".

Raffaele Biancolino disputò una super stagione, segnando tanto: perché andò via da Salerno?

"Raffaele lo conosco sia come ragazzo e sia come calciatore. Non so i problemi che all'epoca ebbe con la società, ma ognuno è libero di fare quello che ritiene più giusto. Ha dato sempre il massimo e ci aiutò a raggiungere l'obiettivo della promozione". 

In Serie C-2, il direttore sportivo Massimo Mariotto in diverse interviste dichiarò che alla Salernitana serviva un portiere esperto: quanto le fecero male quelle parole?

"Non dimenticherò mai quei momenti e quelle parole. Però la società alla fine mi ha dato sempre fiducia. Comunque sono contento di aver dato il mio apporto alla squadra". 

Ricorda la partita con il Vigor Lamezia in cui facesti cinque parate decisive? 

"Sì. Secondo me quella è stata la gara che ha scacciato via i dubbi che la società e i tifosi avevano su di me". 

L'infortunio alla milza contro il Borgo a Buggiano l'ha segnato professionalmente?

"Dopo sei minuti di partita feci un'uscita bassa, il campo era bagnato, e un giocatore avversario mi entrò con il ginocchio nello stomaco e mi spappolò la milza. Andammo subito in ospedale e ricordo che i dottori mi dissero che dovevano togliermi la milza. In quel momento ero triste, deluso, abbattuto. Ma alla fine non ho mollato, ho continuato ad allenarmi. Ringrazio anche la gente che mi è stata sempre vicina. Solo a pensarci mi vengono i brividi". 

In Serie C-1 le cose non andarono bene sia per lei che per la squadra, come mai?

"L'errore fu fatto a monte: lasciarono me e Berardi a Salerno. Così ci ritrovammo a dover competere per un posto e giocavamo in modo alterno, senza continuità. A gennaio, poi, cambiammo all'allenatore e arrivarono Gregucci e Fabiani. Inoltre fu comprato anche Gori, un altro portiere con più esperienza di noi".

Il gol di Mendicino, l'esultanza e la sua accoglienza al 'Matusa' di Frosinone, cosa ricorda?

"Esultai in quel modo perché per quasi un'intera partita offesero la mia famiglia. Avevo anche 23 anni e mi feci prendere dall'istinto. Per fortuna, alla fine, andò tutto bene". 

Perché andasti via da Salerno? E se ci fosse la possibilità, tornerebbe? 

"Mi era scaduto il contratto e la società aveva deciso di puntare su altro. Io quindi presi la mia strada e sono felice di quella scelta. Finora non c'è stata alcuna possibilità, ma se in futuro si dovesse presentare un'occasione, direi di si. Perché la Salernitana, i suoi tifosi mi sono rimasti nel cuore".

Passiamo alla Salernitana di oggi: dove può arrivare questa squadra? 

"Ha tutte le carte in regola per stupire, per fare bene. In panchina ha un allenatore importante, ha una squadra di qualità e una società solida. Quest'anno può essere quello giusto". 

Un parere sulla stagione di Micai...

"L'anno scorso ha faticato, ma sono momenti che possono capitare a tutti. In questo campionato sta facendo grandi cose ed è anche grazie a lui se la Salernitana è in quelle posizioni".  

Lei ha tante presenze in Lega Pro, come mai non è riuscito mai a raggiungere la Serie B?

"Quando decisi di firmare con la Ternana eravamo più in B che in Lega Pro. Poi sappiamo tutti come andò a finire. Il campionato di Serie C non è facile, anzi. Dai, magari riuscirò a salire in cadetteria con la Ternana".

Quindi l'obiettivo di quest'anno è la promozione?

"Tutto può succedere: abbiamo una rosa forte, una società alle spalle che non ci fa mancare niente. Semmai dovessimo ripartire, sicuramente daremo il massimo in ogni partita per agguantare il sogno della B".

Il 4 maggio dovrebbe terminare il 'lockdown', la prima cosa che farà?

"Sicuramente andrò dalla mia famiglia, mi manca tanto". 

Sezione: Esclusive TS / Data: Dom 19 aprile 2020 alle 14:00
Autore: Orlando Aita
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