Ancora una sconfitta esterna, ancora una sconfitta, ancora l'amaro in bocca. La Salernitana torna a mani vuote dalla trasferta in terra ligure a valle di una gara nella quale si poteva fare di più. Analizziamo la gara nel dettaglio, partendo dalle statistiche. Possesso palla sterile e poco qualitativo quello della Salernitana, che fa registrare un calo rispetto alla gara col Genoa ma resta in linea con l'ultima trasferta di Sassuolo (42%). Tiri totali e tiri verso lo specchio in linea con le ultime gare, calano sensibilmente invece le linee di passaggio ed i cross. Soprattutto quest'ultimo dato (10 cross effettuati), che nella gare precedenti ha fatto registrare sempre valori compresi tra 15 e 20 per gara, è un po in controtendenza rispetto al fatto che in avanti c'erano due torri in grado di giocare ed addomesticare i palloni alti.
SCELTE TATTICHE
Nonostante le numerose assenze ed una sola vera alternativa in mediana, Schiavone, Castori non rinuncia al 4-3-1-2 che gli ha portato 4 punti in 3 partite e schiera la difesa a quattro con il solito Gyomber terzino bloccato, il centrocampo a tre con Di Tacchio vertice basso al posto dell'infortunato Lassana Coulibaly e sorprende tutti preferendo Obi in posizione di trequartista, come nel secondo tempo con l'Atalanta, anzicchè Kastanos, relegando quest'ultimo al ruolo visto col Genoa, ovvero mezz'ala di sinistra contrapposto a Mamadou Coulibaly. In avanti tandem inedito di torri composto da Djuric e Simy.
LA PRIMA FRAZIONE DI GARA
La Salernitana lascia il pallino del gioco allo Spezia come suo solito fare, cercando i break per ripartire vista anche la formazione molto offensiva schierata da Motta che preferisce non inserire un interditore pure e arretrare Maggiore sulla linea dei centrali davanti alla difesa, con Kovalenko. La mossa di Giasy terzino sinistro di spinta, sullo stesso binario di Antiste, provoca non pochi problemi alla catena di destra granata, dove Coulibaly non è al meglio e si vede, Di Tacchio non riesce e ripiegare e Gyomber, anch'egli non al meglio, è in evidentissima difficoltà e al 20esimo minuto lascia il campo. Nella prima mezzora infatti tutti i pericoli provengono da quel lato, eccezion fatta per il cross di Maggiore dalla destra che porta Salcedo vicino al vantaggio, fermato solo dalla traversa. L'inserimento di Kechrida, che non è un terzino da difesa a quattro ma da 3-5-2, però inizialmente sortisce effetti positivi: il tunisino si spinge in avanti e costringe Gyasy ad arretrare il suo baricentro e Kovalenko ad andare a ripiegare visto che Antiste non rientra mai nella metà campo di proprietà. Dal lato destro granata nascono i primi due pericoli, ovvero il tiro del tunisino ed il miracolo di Provedel su conclusione di Simy, proprio su assist del neoentrato esterno granata. Simy, che già aveva dato segnali di ripresa con buone giocate e movimenti, finalmente, dentro l'area di rigore, trova un goal di pregevole fattura.
LA SECONDA FRAZIONE DI GARA
Nella ripresa la Salernitana parte bene sempre con Kechrida alto che attacca il fondo e serve anche un cross pericoloso sul quale Djuric non arriva, ma poi niente più. La vocazione offensiva del tunisino porta al goal del pareggio: proprio una sua discesa, confusionaria, permette la transizione positiva dei padroni di casa che in 20 secondi si trovano dall'altro lato del campo. La difesa, scoperta dunque sull'out di destra va in difficoltà: Coulibaly è preso nel due contro uno da Kovalenko e Salcedo, Di Tacchio non scala in tempo e la palla arriva a Strelec che trova il tiro giusto per infilare Belec. Il goal stordisce i granata che non riescono più a trovare il bandolo della matassa. La Salernitana cala di condizione, Obi e Coulibaly sono stremati e le due ammonizioni nel giro di 5 minuti sono la conferma del loro debito d'ossigeno. Castori non legge bene il match e anzicchè togliere subito i due centrocampisti, preferisce togliere Kastanos, l'unico in grado di palleggiare e rendersi pericoloso in una tripla azione intorno al sessantesimo minuto, e Djuric, consegnando di fatto il match alla squadra di Thiago Motta. Schiavone è fuori luogo, Gondo, che non si è praticamente allenato in settimana non ha forza nelle gambe, e lo Spezia ne approfitta. I tre cambi in attacco dello Spezia danno subito gli effetti sperati ed arriva il goal di Kovalenko, propiziato proprio dal neoentrato Podgoreanu e da Verde. La Salernitana esce di scena dopo il goal dell'ucraino, creando solo confusione su mischie in area a fine gara. Anzi è lo Spezia che potrebbe addirittura portare a tre le marcature, ma Belec limita il passivo.
IN CONCLUSIONE
Castori, coraggioso e bravo a leggere la gara col Genoa, fa enormi passi indietro nella lettura del match: al di la della condizione fisica precaria di alcuni suoi uomini, il trainer marchigiano non indovina i cambi, sostituendo prima Djuric e Kastanos e non Coulibaly e Obi, evidentemente a debito di nafta. Vergani, oggetto ancora sconosciuto finora, forse poteva essere inserito al posto di Gondo, chiaramente non in forma. Dopo il goal del pari e vista la crescita di Kovalenko e la spinta costante sull'out di sinistra da parte dello Spezia, sarebbe stato più opportuno inserire Jaro al posto di Kechrida come terzino destro, ed avanzare il tunisino in mediana a coprire il polacco, in una sorta di 4-4-2 lasciando le due torri davanti per non far avanzare troppo il baricentro dei liguri, almeno fino agli ultimi dieci minuti di gara dove si poteva inserire Vergani o avanzare Kastanos dietro una punta unica.
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