Le solite chiacchiere di metà dicembre. Contano solo due cose: investimenti milionari e squadrone

Che in casa Salernitana ci sia un problema relativo alla comunicazione appare piuttosto evidente. Dopo settimane di silenzi, ecco che in 24 ore tornano a diversi esponenti del club. Ovviamente senza un contraddittorio o una conferenza stampa che permettesse a tutti non tanto di commentare le dichiarazioni dell'ex direttore sportivo Gianluca Petrachi, ma di capire una serie di cose che tuttora risultano inspiegabili.

Tra promesse non mantenute, mercati fallimentari, due retrocessioni consecutive, introiti milionari, la media di tre allenatori esonerati a campionato, la fine della battaglia per il caso Sampdoria (con annesse felicitazioni per la riappacificazione con Gravina), la mancata costruzione del centro sportivo e gli allenamenti a porte chiuse da tre anni (altro che tecnoentusiasmo, sinallagma e metaverso), ci sono argomenti interessanti da trattare, magari da Iervolino in prima persona.

Inutile girarci intorno: la gente non si fida più. E non potrebbe essere altrimenti, visto il recente passato fatto di sconfitte e retrocessioni. A dicembre, da tre stagioni a questa parte, il modus operandi non cambia: allenatore in discussione, promessa di intervenire a gennaio e ritornello su quanto hanno speso. Senza mai soffermarsi, ovviamente, su quanto incassato. Sarebbe ora, tuttavia, di sostituire la parola "autofinanziamento" con "investimenti", perchè chi vuole andare in serie B non pone limiti di alcun genere e lascia operare il direttore sportivo in autonomia e senza paletti. Il resto sono soliloqui unilaterali che i tifosi nemmeno leggono e ascoltano più.