Negli articoli precedenti abbiamo rimarcato che la Salernitana di ieri sera è stata troppo brutta per essere vera. Al di là di ogni aspetto tecnico, però, resta comunque l'amarezza per un epilogo che appare ormai scontato. Perchè la Salernitana avrebbe dovuto giocare col Frosinone il 19 maggio scorso garantendosi la permanenza in categoria a prescindere in virtù delle indagini sul Brescia. Ed è su questo che si baseranno i futuri ricorsi del pool legale capitanato dall'avvocato Francesco Fimmanò. Nel dettaglio, rispetto al dispositivo del 18 maggio, si contesta: rinvio sine die, rinvio senza squadre deferite o ufficialmente condannate e rinvio senza aver consultato il consiglio direttivo.

Tra l'altro 24 ore prima della gara, con 30mila biglietti staccati e Marino che aveva appena finito di presentare la partita in conferenza stampa prima di un mese surreale e nel quale la Salernitana si allenava senza conoscere avversario e date. Del resto il precedente del 2019 parla chiaro: il TAR impose la disputa dello spareggio tra Salernitana e Venezia garantendo il ripescaggio se avessero accertato le inadempienze economiche del Palermo alla fine dell'iter giudiziario e non certo solo dopo il secondo appello. La Salernitana, in caso di retrocessione, arriverà fino al TAR e al Consiglio di Stato, con la richiesta di una B a 21 "perchè tutto quello che hanno fatto non ha nessun fondamento, ci sono regole chiare e il nostro unico avversario doveva essere il Frosinone".

Il club, infine, è scontento dell'arbitraggio di Aureliano. Marino si è lamentato per il secondo gol della Sampdoria, nato da una punizione che non c'era (anzi, è Lochoshvili a subire il fallo). La società, invece, ha storto il naso per la gestione dei cartellini e per la scelta del fischietto bolognese di perdonare una serie di interventi irregolari ai danni di Amatucci per tutto il primo tempo.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 16 giugno 2025 alle 19:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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