Domani, quando il Trapani varcherà i cancelli dell'Arechi per la diciassettesima giornata di Serie C, porterà con sé non solo undici calciatori e uno staff tecnico, ma un vero e proprio incendio societario che arde dalla Sicilia fino ai tavoli della Procura Federale.

Valerio Antonini, patron vulcanico e imprenditore a tutto campo, si ritrova a fare i conti con una situazione che definire complicata è un eufemismo da avvocato tiepido. La Procura della FIGC ha chiesto altri otto punti di penalizzazione per i siciliani, che già partivano con un handicap pesantissimo: otto punti sottratti per illeciti amministrativi legati a crediti d'imposta inesistenti. Se il Tribunale Federale Nazionale, che ha rinviato la sentenza all'8 gennaio in una scelta inusuale per la giustizia sportiva, dovesse accogliere la richiesta, il Trapani si ritroverebbe con sedici punti di penalizzazione complessivi. Una mazzata che trasformerebbe una stagione già in salita in una scalata impossibile.

Ma il fronte giudiziario non è l'unica grana per il club siciliano. La Corte dei Conti ha aperto un fascicolo su circa 300mila euro ricevuti dalla Regione Sicilia tramite l'assessorato al Turismo, destinati in teoria alla "promozione territoriale" ma utilizzati, si ipotizza, per coprire spese calcistiche: trasferte, hotel, noleggi pullman, voli privati e pubblicità. Un pasticcio che rischia di trascinare la vicenda ben oltre i confini della giustizia sportiva.

E come se non bastasse, il rapporto tra la società e la piazza è ai minimi termini. Antonini ha criticato pubblicamente le scarse presenze allo stadio e la mancanza di acquisti del merchandising granata, dichiarando di non essere più disposto a sopportare certe dinamiche. I tifosi hanno risposto con striscioni di fuoco, e il presidente, in una live sui social, ha ventilato l'ipotesi di fare un passo indietro fino a quando le acque non si saranno calmate. Il direttore dell'area tecnica Volume ha provato a gettare acqua sul fuoco, assicurando che "la squadra è tranquillissima" e che non si sta smantellando nulla, ma le parole, si sa, nel calcio valgono quanto un contratto non firmato.

La Salernitana, terza in classifica con una media punti da promozione diretta, accoglierà dunque un avversario tecnicamente valido, con un ruolino di marcia da rispettare sul campo, ma con la testa probabilmente altrove. All'Arechi arriveranno giocatori che leggono sui giornali di possibili penalizzazioni, di indagini, di un presidente che minaccia di andarsene, di tifosi inferociti. In circostanze normali sarebbe un vantaggio enorme per i padroni di casa. Ma chi conosce questo sport maledetto e meraviglioso sa che le squadre con l'acqua alla gola a volte sanno mordere come nessun'altra.

Raffaele e i suoi ragazzi dovranno entrare in campo con la fame di chi non guarda la classifica altrui, ma solo la propria. Perché il Trapani, con o senza punti, resta una squadra costruita per vincere questo campionato, e le crisi societarie, paradossalmente, possono cementare uno spogliatoio invece di frantumarlo. All'Arechi domani, alle 14:30, non si giocherà solo una partita di calcio, ma si metterà in scena l'ennesimo capitolo di una stagione che ha già regalato più colpi di scena di una serie televisiva.

E mentre i salernitani si preparano a riempire le gradinate, sorge spontanea una domanda che solo il tempo saprà risolvere: cosa accadrà a questo Trapani l'8 gennaio, quando i giudici sportivi emetteranno il verdetto finale? E soprattutto, chi sarà ancora lì a raccogliere i cocci?

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 06 dicembre 2025 alle 12:00
Autore: Giovanni Santaniello
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