AAA.Cercasi Salernitana disperatamente. Quella ammirata ad inizio campionato, quella squadra che ha rifilato quattro gol alla Sampdoria, quella che ha sfiorato un’impresa storica a Torino con la Juventus. La Salernitana che ha incassato la manita dal Sassuolo è senza alcun dubbio la peggiore della gestione targata Davide Nicola. Ipotizzare che la squadra granata potesse riuscire a puntare più di una salvezza tranquilla è stato un azzardo nelle parole pronunciate dalla dirigenza, in primis dal presidente Iervolino e poi inconsciamente dalla stessa squadra. Bisogna fare un passo indietro, se non due e mettere in campo l’umiltà della passata stagione. La critica sulla fase difensiva del diesse De Sanctis deve far riflettere, anzi suona come un avviso ben preciso per lo stesso allenatore che deve sentirsi in discussione dopo il pesante passivo a Reggio Emilia e se non fosse stato per le parate di Sepe la Salernitana avrebbe potuto prendere anche più gol. Umiltà, ma bisogna ritrovare compattezza in tutti reparti specie a centrocampo dove il Sassuolo ha dominato nelle ripartenze. La domanda nasce spontanea: dove è finita l’identità e la personalità mostrata ad inizio campionato? C’è poco tempo per trovare le risposte giuste, c’è il Verona all’orizzonte, una diretta concorrente alla corsa salvezza, dove non si deve più sbagliare. Le ombre intanto si concentrano sulla panchina di Nicola, certamente in bilico se non dovesse arrivare una buona prestazione della Salernitana, anche a prescindere dal risultato. Nomi ce ne sono, suggestioni anche. Dopo quella estiva di Fabio Cannavaro ecco che spunta un altro campione del mondo del 2006. Daniele De Rossi, l’ex centrocampista della Roma, poi Andreazzoli e Claudio Ranieri. Uno dei tre potrebbe finire alla Sampdoria aspettando il destino di Nicola e la prossima partita col Verona che non ammette più errori, né prestazioni come quella orribile contro il Sassuolo.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 04 ottobre 2022 alle 00:00
Autore: TS Redazione
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