Tre punti in cinque gare è il magro bottino della Salernitana, che dopo il ko contro il Torino non riesce a rifarsi contro il Frosinone. Due gare tra le mura dalle quali ci si sarebbe atteso il primo successo stagionale, ma che i granata si ritrovano nuovamente a rimandare. Un punto è sicuramente meglio che zero, ma non basta a riportare il sereno all'ombra dell'Arechi, dove non è mancato qualche giustificato mugugno accanto al solito, encomiabile tifo sfrenato fin oltre il 90'. 

Un incitamento pienamente meritato da parte degli undici in campo per quanto riguarda l'impegno, sia chiaro. Gli uomini di Sousa a fine gara sono usciti dal campo con la "lingua a cravatta" tanto amata dal tecnico lusitano, ma l'abnegazione non è bastata per portare a casa l'intera posta in palio. Eppure i granata non avevano affatto approcciato male la gara, sia nel primo tempo che nella ripresa, esprimendo a tratti anche del buon calcio, ma a differenza della passata stagione il peso offensivo è notevolmente calato. L'assenza di Dia pesa tantissimo e nessun altro attaccante presente in rosa può sostituirlo per caratteristiche e peso specifico.

Fraseggi stretti, costanti cambi di gioco e continue sovrapposizioni, i tradizionali marchi di fabbrica di Sousa, non sono mancati, ma è mancato un giocatore in grado di dare profondità e di attaccare gli spazi come il senegalese. Cabral è stato tra i migliori in campo e ha dimostrato di possedere un bagaglio tecnico e un'accelerazione davvero invidiabile, ma ha caratteristiche diverse rispetto a Dia. Non di rado è capitato di vedere in partita una manovra ariosa da parte dei granata che non trovava lo sbocco necessario, con traversoni gettati nella terra di nessuno in un'area di rigore pressoché deserta. Manca, insomma, qualcuno in grado di occupare l'area di rigore e catalizzare l'attenzione dell'intera difesa ospite

Insomma, la Salernitana prova a compensare con le idee le carenze di organico, dettate dalle assenze ma anche da un mercato non dei più completi, ma senza gol è impossibile portare a casa il risultato. Se a questo si somma una difesa che ha imbarcato ben nove gol in cinque gare, con una media di quasi due gol a partita, e una sfortuna nera, con il terzo legno centrato da Cabral, allora si delinea un quadro non certamente rassicurante. L'unica certezza, al momento, è l'idea di gioco, che - quella sì - non è mai mancata, per merito di un allenatore di qualità. Nonostante qualche comprensibile manifestazione di insoddisfazione per il mercato condotto dalla squadra, il tecnico portoghese si è rimboccato le maniche a testa bassa e cercando di lavorare col capitale tecnico a disposizione, senza scendere a compromessi e continuando a proporre con coerenza la sua idea di calcio. E' questa la migliore garanzia per la Salernitana da qui alle prossime gare, dalle quali, però ci si attende decisamente di più in termini di risultati.

Prossima tappa il Castellani di Empoli, per la quale si spera i poter ritrovare, almeno tra i panchinari, Boulaye Dia, per una sfida contro l'ultima in classifica che si prospetta tutt'altro che una passeggiata. 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 25 settembre 2023 alle 00:00
Autore: Valerio Vicinanza
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