Tredici gare con Paulo Sousa per una Salernitana che con il tecnico portoghese ha veramente fatto tredici. Come si suol dire, l'uomo giusto, al posto giusto, e forse anche al momento giusto. Poteva venire prima, questo si, magari nella sosta mondiale o dopo il tracollo di Bergamo, ma evidentemente i tempi non erano maturi, da ambo le parti. Ma alla fine è arrivato, e con lui anche la svolta, i risultati, i miglioramenti. Una Salernitana che fraseggia di meno ma colpisce di più, più sicura in retroguardia e sempre in partita, soprattutto nella ripresa quando il tecnico con i suoi cambi modifica sempre l'inerzia del match. Quasi come un copione che si ripete.

A Sousa piace stravolgere le carte in tavola, questo è un dato di fatto. I punti conseguiti nella seconda metà delle gare sono quasi la sua totalità, soprattutto nei pareggi e nel riprendere le gare dopo lo svantaggio iniziale. Soprattutto contro le big. Sousa parte con un assetto e ne finisce con un altro. Parte ad 1 punta o al massimo 2, per finire quasi sempre con un tridente o quasi. Anche al cospetto di squadre blasonate come Milan, Inter, Napoli e compagnia. Quasi a dire non importa di chi ho dinnanzi. Un attestato di sicurezza e coscienza dei propri mezzi davvero importante, che propina un'iniezione di fiducia incredibile a tutta la squadra. Più passa il tempo della gara e più sale il baricentro della squadra, sia in casa che in trasferta, sia contro il Napoli che contro la Sampdoria.

D'altronde quando un tecnico è stato un calciatore importante, e soprattutto un centrocampista, il risultato è quasi sempre assicurato. Ancellotti, Guardiola, Zidane, Conte, ora Xavi, ma anche Allegri e i meno blasonati ma ritenuti comunque molto validi come Italiano, De Zerbi e Thiago Motta, sono tutti centrocampisti che hanno militato in squadre più o meno importanti, ma in ruoli nevralgici: dalla cabina di regia, ora play basso, alla trequarti, dall'interno di centrocampo, ora mezzala: tutti calciatori che hanno visto il gioco in campo e replicavano le direttive dei propri tecnici in panchina. E non lo scopriamo certo noi. Un allenatore quando da indicazioni si rivolge per il 90% ai centrocampisti: perchè sono loro a fare filtro con la difesa e a rifornire il reparto offensivo. Entrano nelle due dinamiche di gioco, quella di difesa e quella di attacco, e sono consapevoli di tutti i meccanismi in ambo le parti.

Non a caso Sousa è stato un grande centrocampista, Paulo Sousa è stato un centrocampista dotato di tecnica, personalità e visione di gioco, tutte caratteristiche riconoscibili anche nella sua nuova vita da allenatore. D'altronde ha vinto tanto, tra campionati, Champion's League e supercoppe, sia da allenatore (all'estero) che da calciatore. E poteva vincere ancora di più se quel ginocchio avesse fatto il bravo durante la sua carriera in campo. Un allenatore molto preparato tatticamente, camaleontico e che sa quello che devono fare in campo i calciatori, un pò per innate capacità, un pò proprio per quell'esperienza sul campo non da poco. Con lui la Salernitana ha fatto tredici, in tutti i sensi. Teniamocelo stretto. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 18 maggio 2023 alle 00:00
Autore: Roberto Sarrocco
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