La settimana che conduce alla sfida di domenica pomeriggio contro il Monza è stata contraddistinta da una serie di appelli che vanno tutti nella stessa direzione: la Salernitana, per vincere, ha bisogno come il pane del proprio pubblico. Il primo è stato Paulo Sousa: "So che qui la gente è innamorata della squadra della propria città, c'è un seguito incredibile in casa e fuori casa. Chiedo di non fischiare i calciatori nel riscaldamento e di essere la spinta che serve per superare l'ostacolo. L'uomo in più del quale non possiamo fare a meno". Poi è stata la volta di Fazio: "Ero qui l'anno scorso e ricordo i 30mila nelle partite decisive e la marea di gente che venne a seguirci ad Empoli. Solitamente il tifo è importante, ora deve essere determinante. Solo con l'aiuto della gente possiamo restare in serie A". E ancora Candreva: "Chi può vantare un seguito simile? Se vogliamo uscire da questo periodo negativo dobbiamo creare un corpo unico con il pubblico, il nostro dodicesimo uomo in campo. Sappiamo che sono delusi, ma ognuno di voi può essere importante. Già dal riscaldamento. Altrimenti diamo vantaggi agli avversari".

Anche tante vecchie glorie hanno lanciato il medesimo appello: da Di Napoli a Cristiano Lombardi passando per Walter Lopez e Danilo Pagni. Oggi sono scesi in campo gli ultras esponendo striscioni nei punti strategici della città e all'esterno dello stadio di tenore ben diverso da quelli che leggemmo post Bergamo. Ora non è più tempo di dividersi, di analizzare, di commentare. E' chiaro che ci sono colpe specifiche, è evidente che Nicola andava esonerato prima, è assodato che il ds ha sbagliato a far partire molti degli "eroi" della salvezza e siamo certi che, tornando indietro, Iervolino non parlerebbe di zona sinistra della classifica. Tutto vero, tutto giusto. Ma ora c'è da salvare la Salernitana. E, quando Salerno scende in campo, nulla è impossibile. O avete dimenticato quanti punti ha aggiunto il pubblico nel rush finale della passata stagione, quando all'Arechi non passò nemmeno il Milan in procinto di vincere lo scudetto. E allora, anche per una bella rivincita sportiva nei confronti di Galliani, sarebbe importante ricreare il clima del 7%, sentirsi partecipi e non semplici spettatori, cantare per 95 minuti evitando fischi dopo un passaggio sbagliato. Sarà anche la squadra a dover trascinare il pubblico, ora non ci sono più alibi.

Nicola è andato via, in panchina è arrivato un allenatore di caratura internazionale, la rosa al completo e motivata è senza dubbio superiore a tutte o quasi le squadre che occupano la zona destra della classifica e lo stesso Monza non può far paura quando viene all'Arechi e puoi schierare Dia, Piatek, Bonazzoli, Coulibaly, Bohinen, Mazzocchi, Candreva, Gyomber e Ochoa. Che speriamo possa ritrovare il posto da titolare. Insieme, fino alla fine. Anzi, vada come vada per riprendere un tormentone della curva Sud che spopolava in tutti gli stadi italiani quando un anno fa, di questi tempi, la B sembrava ad un passo. 365 giorni dopo, per fortuna, siamo artefici del nostro destino e il +4, per quanto vantaggio minimo, ci consente comunque di credere fino alla fine che resteremo in serie A.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 25 febbraio 2023 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
vedi letture
Print