La Salernitana finalmente manda un segnale e dopo mesi di silenzio e immobilismo (apparente) ha scelto il nuovo direttore sportivo, Gianluca Petrachi. Una scelta forte per un dirigente affermato e capace, con un curriculum importante tra Pisa, Torino e Roma, anche se l'esperienza coi giallorossi è stata breve e burrascosa. Ha però reso grande il Toro, portandolo dalla B all'Europa League con un lavoro importante e consistente dal punto di vista economico, comprare a poco e vendere a molto.

È il primo tassello di quella rivoluzione prevista dopo i disastro del campionato appena concluso. Non sarà un lavoro semplice però per Petrachi, dovrà ricostruire una squadra dalle macerie, dovrà vendere i big e fare una squadra quasi da zero. Pochi saranno infatti i calciatori riconfermati, proverà a trattenere qualche big (Maggiore?) ma è fondamentale non ripetere gli errori del passato. A Salerno solo giocatori convinti, che hanno voglia di indossare la casacca granata e di abbracciare il nuovo progetto. Fondamentale ora scegliere l'allenatore giusto, che dovrà poi individuare i giocatori in comune accordo col direttore sportivo, senza interferenze esterne.

Resta (e ribadiamo con forza) l'incomprensibile scelta del presidente Iervolino di voler cedere la società dopo solo due anni e mezzo. Non può essere scemato tutto l'entusiasmo che lo aveva accompagnato all'arrivo a Salerno per una retrocessione e qualche critica dai tifosi. Tutti i presidenti vengono amati e poi criticati, dipende dai risultati, è così che va il calcio. Gettare la spugna però per un anno andato male è una scelta difficile da capire. Speriamo almeno che chi subentrerà (se davvero dovesse esserci il passaggio di consegne) sia all'altezza della situazione. 

Sezione: Editoriale / Data: Dom 16 giugno 2024 alle 00:00
Autore: Lorenzo Portanova
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