E' sempre a mente fredda che si possono fare le disamine più equilibrate e lucide e questo è forse il caso della Salernitana. A due settimane esatte dalla sconfitta di Monza si può ripensare più compiutamente al percorso dei granata fatto fin qui. I due brutti ko di fila contro i brianzoli e la Fiorentina avevano riacceso le polemiche e lo scetticismo, oltre a far finire nuovamente sul banco degli imputati mister Nicola, non certo esente da colpe nelle due brutte prestazioni esterne che hanno chiuso il 2022 granata, ma ora, a bocce ferme, è giusto fare le dovute valutazioni.

La Salernitana è a metà classifica, con 17 punti in 15 gare, un ruolino tutto sommato in linea con le aspettative di inizio stagione e ha saputo mettere alle corde avversari blasonati come Juventus e Lazio, a dimostrazione del valore del lavoro e della rosa. Tuttavia questo risultato non soddisfa tutti, specialmente a causa dei tanti, troppi punti persi contro le dirette avversarie per la salvezza, come Empoli, Lecce, Cremonese e Monza, oltre a una gestione non sempre ideale da parte del tecnico torinese, cui spesso è stato imputato di sbagliare la formazione iniziale ed essere poi costretto a correre ai ripari a gara in corso. Tutte critiche non prive di fondamento, ma, per certi versi, esagerate, perché la squadra ha saputo esprimere per buoni tratti del campionato fin qui disputato, una buona qualità di calcio e un'intensità che da sempre rappresenta un marchio di fabbrica delle squadre di Nicola. La sensazione, però, è che a questa squadra manchi qualcosa per spiccare il salto definitivo.

E' vero, in estate si è speso tanto e la squadra è stata ristrutturata in lungo e in largo, ma non si può negare che permangano delle lacune all'interno della rosa granata alla luce delle quali era forse pretenzioso aspirare a una posizione migliore. Manca innanzitutto un produttore di gioco in mezzo al campo, qualcuno che accenda la luce nei momenti di difficoltà, ma anche degli incursori di spinta. Il recupero di Bohinen è forse il primo vero acquisto, data la qualità del norvegese, ma servono innesti di qualità in zona mediana, dove Vilhena non ha convinto e potrebbe salutare, Maggiore è adoperato in un ruolo, quello di play, a lui non del tutto congeniale e Kastanos è un buon rincalzo e nulla più. La suggestione si chiama Ederson, lanciato nel grande calcio dai granata nella scorsa stagione, ma che non sembra aver convinto l'Atalanta. Il fulcro delle squadre di Nicola restano le corsie laterali, prime produttrici di gioco delle sue squadre, ma, con l'infortunio di Mazzocchi e l'età non più verdissima di Candreva, occorrono forze fresche. Bradaric si sta ambientando e rappresenta un prospetto invitante, Sambia è un clamoroso flop ed è ai saluti. Anche in questo reparto si parla di possibili ritorni, come quello di due volti noti come Zortea e Ruggeri, entrambi poco impiegati fin qui dalla Dea. Impossibile non citare il reparto arretrato, dove servono uomini in grado di guidare il reparto con autorità e possano fare da chioccia per i giovani come Lovato, Pirola e Daniliuc. 

La società pondera il da farsi, ma il patron Iervolino sembra ancora una volta intenzionato a mettere mano al portafogli per puntellare la rosa granata in modo oculato. Ed ecco che quindi la Salernitana, a gennaio, potrà cambiare nuovamente volto, col mercato che potrà essere un vero ago della bilancia per le sorti del suo campionato. 

Sezione: Editoriale / Data: Dom 27 novembre 2022 alle 00:00
Autore: Valerio Vicinanza
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