Gli ultimi dieci minuti della partita di Cesena fotografano alla perfezione la sciagurata annata della Salernitana. Una delle poche squadre al mondo capace di passare dalla possibile vittoria all' 85' a una sconfitta per 2-0 sotto lo sguardo incredulo di seicento tifosi che hanno deciso di esserci nonostante un biennio di continue e imperdonabili mortificazioni sportive. Un gruppo mentalmente fragile, che si scioglie come neve al sole alle prime difficoltà e che pare non abbia gli attributi per affrontare con il sangue agli occhi queste ultime dieci gare che pure lasciano in eredità un briciolo di speranza. Certo, sembra quasi di rivivere il copione della passata stagione, quando la Salernitana era virtualmente retrocessa eppure gli inguaribili ottimisti si dilettavano in calcoli e tabelle sognando una rimonta in modalità 7%. Non siamo ancora a quei livelli, per fortuna, ma ragionando con la testa e non con il cuore vien da chiedersi come possa vincere 6 partite in due mesi una Salernitana che, per colpa di Iervolino e dei suoi consiglieri, ne ha vinte altrettante...in due anni! Ma siccome vogliamo accodarci alla curva e a chi ha deciso di rinviare critiche e contestazioni a fine stagione, spereremo fino alla fine in uno scatto d'orgoglio che consenta di evitare la seconda, mortificante retrocessione consecutiva. Uno smacco per la città di Salerno che, repentinamente, rischia di passare da San Siro e l'Olimpico agli sfottò di cavesi e casertani.
Ma torniamo alla debacle del Manuzzi. Dietro la lavagna finisce Alberto Cerri. Un rigore si può sbagliare, ci mancherebbe, ma dopo le dichiarazioni quasi polemiche dei giorni precedenti e l'errore dal dischetto contro la Cremonese è inaccettabile calciare in quel modo sapendo che l'episodio può far svoltare un'intera stagione. E già nel primo tempo il nostro numero 90 aveva fallito di testa la più comoda delle occasioni sprecando un assist delizioso di Amatucci. A caldo anche il sottoscritto auspicava che venisse messo in panchina contro il Modena, poi però ci rendiamo conto che l'unica alternativa è Raimondo e quindi c'è poco da fare. Ma davvero il ds Valentini pensava di risolvere i problemi offensivi della penultima della classe con un tandem del genere? Ad oggi il mercato del direttore sportivo è bocciato su tutti i fronti e far peggio di Petrachi era impresa assai difficile. E poi Breda. Chi vi scrive auspicava il suo ritorno già quando fu mandato via Martusciello, mai avrei pensato ad un impatto così negativo sulla squadra. Tuttavia, se lo riconfermi dopo la terribile prestazione di Carrara, non ha senso licenziarlo post Cesena, quando è stato probabilmente il meno colpevole in assoluto. Sui cambi si può discutere. C'è chi pensa che Soriano e Verde debbano rimanere in campo fino alla fine anche su una gamba sola, chi non avrebbe mai tolto Corazza (possibile ci siano voluti due mesi per capire sia meglio di Njoh?), chi ancora non comprende la scelta di lasciare a casa tutti gli attaccanti di scorta, per quanto modesti. I fatti, però, dicono che l'occasionissima per lo 0-1 sia arrivata dopo la girandola di sostituzioni e che, dunque, Breda stava avendo ragione prima che Cerri si travestisse da Chianese dilapidando una chance colossale. Col Modena, però, non c'è alternativa alla vittoria.
In 300 hanno spinto la squadra durante l'allenamento, con un condivisibile discorso dei capi ultras e la signora Celeste sotto la curva per una scena che riconcilia con la parte sana e bella dello sport. Sabato, invece, l'Arechi sarà mezzo vuoto, ma stavolta non ce la sentiamo di puntare il dito contro gli assenti. La settimana pre Frosinone è stata caratterizzata da appelli, video celebrativi, striscioni di sostegno, tam tam mediatico, code ai botteghini e un entusiasmo incredibile, con 18mila persone che si sentivano protagoniste e non semplici spettatori. Assistere a un primo tempo di quel genere, però, è stato uno schiaffo in pieno volto e ci ha fatto sentire, forse per la prima volta nella nostra storia, impotenti e ininfluenti. Ragion per cui onore ai 10mila di sempre, ma comprensione totale verso chi non riesce più a identificarsi in una società che, a giugno, andrà criticata anche se dovesse arrivare la salvezza. Perchè il vero e unico obiettivo doveva essere riportare la Salernitana dove era stata presa a prezzo scontato, con bilanci a posto e una precedente gestione virtuosa e vincente.
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