Dopo 10 risultati la Salernitana è scivolata sul bagnato di Empoli. Niente drammi per carità, ma ora bisogna chiudere il discorso salvezza e portare a casa la seconda serie A della storia granata. C’è da conquistare, ma anche da riscattare la mortificazione di Bergamo, quell’8-2 che ha sete di vendetta sportiva. Era una Salernitana che sembrava a pezzi quella dell’ultima decadente gestione Nicola, poi rigenerata dalla cura di gioco, risultati e personalità da Paulo Sousa, l’uomo da cui ripartire una volta acquisita l’aritmetica salvezza. Gli incroci per arrivarci ci sono, lo Spezia che gioca al Picco contro il Milan, mente il Lecce se la vedrà contro la Roma all’Olimpico. Occhio però all’Atalanta ancora in corsa per l’Europa che conta, dopo la sconfitta interna contro la Juventus, non verrà certo a regalare punti, non sarà una passeggiata di salute. Una cosa occorre sottolineare: ad l’Empoli è stata forse la più brutta Salernitana della gestione targata Sousa, ma un passo falso dopo dieci positivi ci può stare, è fisiologico. Vietato però sbagliare ancora e allungare la lotta salvezza con cose pericolose. Lo Spezia è crollato, il Verona è risorto, il Lecce è sbandato paurosamente. Per fortuna la Salernitana ha mantenuto dritta la barra dei comandi anche quando è arrivata la tempesta. Il porto salvezza è sempre più vicino, occorre solo entrare, anche a filo di gas.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 11 maggio 2023 alle 00:00
Autore: TS Redazione
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