Concedeteci un prologo diverso rispetto alla consueta analisi post partita. Eravamo tutti in tribuna stampa quando è arrivata la notizia della tragedia che si stava verificando a Firenze. Immagini drammatiche, bruttissime, che hanno riportato alla mente quanto già accaduto - e proprio in casa Fiorentina - ai tempi di Astori. Seguire la gara facendo finta che nulla fosse accaduto è stato difficile, per fortuna sono arrivati aggiornamenti incoraggianti e tutto si risolverà per il meglio. Un grande in bocca al lupo alla Fiorentina, a Bove, alla sua famiglia e ai calciatori viola da parte del sottoscritto e della redazione.
Fatta questa doverosa premessa veniamo alle cose di casa Salernitana. Una vittoria che ci voleva. Cercata, meritata, a tratti giocando molto bene contro un avversario tecnicamente assai inferiore, che presumibilmente faticherà a salvarsi, che ha spianato la strada con due errori difensivi clamorosi, ma che comunque aveva battuto il Pisa la settimana scorsa mostrando segnali di crescita. Sulla carta, però, la Carrarese era la miglior squadra da poter affrontare oggi in un Arechi irreale e che presentava ampi spazi vuoti per una protesta comunque civile, legittima, pacifica e corretta.
Il proprietario avrà sicuramente visto quello che è accaduto: striscioni, qualche coro, minimo stagionale di paganti e 15 minuti di silenzio in una curva deserta nel suo anello inferiore. Quello che da sempre è il cuore pulsante. La gente è esasperata e ha fatto tutto questo sperando in un segnale. Perchè, in un B mai modesta come quest'anno, basterebbe davvero poco per essere protagonisti e per agganciare la zona playoff che sarebbe obiettivo minimo dopo la bruttissima retrocessione della scorsa stagione. O davvero ci si vuole accontentare di una salvezza che, a nostro avviso, arriverà senza patemi d'animo?
Toccherà a Petrachi e a Iervolino mettere a disposizione di Colantuono gli uomini giusti per migliorare la rosa. Un difensore centrale forte (oggi altro imperdonabile errore di Ferrari), due centrocampisti di livello (stante la quasi certa partenza di Maggiore e lo scarso rendimento di Tello e Hrustic), un trequartista e un bomber di comprovata esperienza. Oltre alla necessità di piazzare altrove calciatori che, per motivi tattici, giocheranno pochissimo.
Il calcio insegna che i fischi di oggi possono trasformarsi in applausi domani e, dunque, la proprietà ha ancora tempo e modo per correggere gli innumerevoli errori commessi in questi 24 mesi. Come? Investendo, comprando senza dover prima cedere, dando pieni poteri al direttore sportivo, garantendo presenza fisica ai calciatori, facendo un passo verso la gente anche a costo di indire iniziative per riempire lo stadio. Perchè la contestazione di oggi va oltre i risultati. In fondo se c'è tanta amarezza è perchè ci si fidava tanto di Iervolino.
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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