Altra battuta d’arresto prevedibile della Salernitana, questa volta in casa della Lazio di Lotito. Cosa dire? Sconfitta che ci sta tutta, considerato il divario tecnico esistente tra le due squadre. Peccato però che nel mini campionato delle pericolanti, solo la Salernitana parte sempre battuta contro le grandi o presunte tali. Sì, perché non serve compiere l’impresa a Venezia, se quest’ultima conquista sei punti contro Roma e Fiorentina o l’Empoli vince in trasferta contro la Juve. I conti non tornano. E’ vero la Salernitana ha patito finora esclusioni a causa di infortuni di calciatori di fondamentale importanza, ma durante l’arco di un torneo lungo e complicato è un fattore da mettere in conto. Nell’album dei calciatori Panini, ricordiamo, erano presenti le figurine degli undici che normalmente scendevano in campo, poi c’era la voce “altri titolari”. La verità è che questa Salernitana nei suoi undici titolari non è da retrocessione, ma lo diventa quando tra questi, cinque o sei per un motivo o un altro non riescono a scendere in campo, con le cosiddette “riserve” che non si mostrano all’altezza.

Il ritardo dovuto all’iscrizione, calciatori che sono arrivati alla spicciolata senza far parte del ritiro precampionato, non hanno favorito un inizio col botto della Salernitana, prevedibile ma che è costato comunque a Castori l’esonero. L’arrivo di Colantuono non ha cambiato granché il cammino della squadra nel torneo: stessi problemi, infortuni, calciatori in ritardo di preparazione o che stentano a trovare la condizione (Simy ne costituisce il classico esempio). E’ mutato qualcosa sotto l’atteggiamento tattico, ma con risultati identici a quelli precedenti. Forse c’è meno timore reverenziale nei confronti delle top player, ma sul campo la “sudditanza” ai fini pratici è la stessa, troppo il divario tecnico esistente.

Dicevamo di “altri titolari” non all’altezza, ma non va sottovalutato il salto di categoria che ha penalizzato alcuni calciatori che lo scorso torneo hanno contribuito in gran parte alla promozione. Gyomber, giudicato l’anno scorso tra i migliori difensori della categoria (se non il migliore in assoluto) è la brutta copia del giocatore insuperabile ammirato nel campionato cadetto. Cosa dire poi di Belec e di Di Tacchio? Tornando a Simy, alzi la mano chi non vede in lui il fantasma di Chianese. Sarebbe opportuno in un momento così difficile, metterlo da parte, da non prendere assolutamente in considerazione, almeno dal primo minuto. Non è più tempo di esperimenti.

Ora a voler restare coi piedi ben piantati in terra e senza fare voli pindarici, dopo la sosta la Salernitana si giocherà le ultime carte per poter quantomeno sperare di restare inserita nella lotta delle “disperate”: la gara in casa con la Sampdoria e la successiva trasferta a Cagliari devono portare a casa sei punti. Altrimenti, considerato che le altre allungano, non resta che sperare subito in una nuova proprietà (annunciata secondo indiscrezioni a breve) come obiettivo principale e poi sperare nel miracolo. Intanto ora giochiamocela con Sampdoria e Cagliari come fossero dei playout… e poi si vedrà!

Sezione: Editoriale / Data: Ven 12 novembre 2021 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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